Mariangela Pala
26 gennaio 2016
Matrìca presenta in commissione caldaia a biomassa
Una caldaia a biomassa in sostituzione delle due preesistenti a Gpl e fornitura a vapore da Fok. Un investimento da 20 milioni di euro contro i 210 milioni previsti per la centrale Enipower, ormai cancellata dagli investimenti contemplati 4 anni fa. Il consigliere Alessandro Carta evidenzia le incertezze sul futuro della chimica verde
PORTO TORRES - Una caldaia a biomassa in sostituzione delle due preesistenti a Gpl e fornitura a vapore da Fok, residuato della produzione di etilene considerato estremamente tossico e cancerogeno: la prima sarà spenta ma non smantellata, la seconda rimarrà in marcia solo per il fabbisogno Versalis. L’impianto – previsto dal Protocollo d’intesa sulla Chimica Verde sottoscritto nel 2011– è finalizzato alla fornitura dell’energia termica per gli impianti di Matrìca e Versalis del polo industriale di Porto Torres, utilizzando la biomassa erbacea sottoprodotto della filiera agricola per la produzione di olii vegetali.
Un investimento da 20 milioni di euro contro i 210 milioni previsti per la centrale a biomasse Enipower, ormai cancellata dagli investimenti contemplati 4 anni fa. In prospettiva l'idea non solo di produrre energia per gli impianti ma anche quella di venderla alla rete, obiettivo annullato «per l'eccessiva produzione di energia nell'isola rispetto ai consumi», sostiene Marco Versari responsabile Affari istituzionali Novamont. Il progetto è stato illustrato dall’ingegnere Piergiorgio Sedda, direttore di Matrìca, durante la commissione consiliare Innovazione industriale a Porto Torres.
«La caldaia dovrà essere completamente indipendente dai precedenti sistemi di produzione di energia termica – ha spiegato Sedda – utilizzando la paglia del cardo come principale combustibile e sopperire interamente alle richieste di utilities dell’impianto monomeri e olii bio». Il progetto comporterà un incremento di 11 lavoratori diretti, 60 occupati indiretti in fase di costruzione (14 mesi a cominciare da giugno 2016, autorizzazioni permettendo), 12 indiretti per movimentazione balle di cardo e 10 autisti.
«La presentazione da parte dei vertici di Matrìca della caldaia a biomasse in commissione attività produttive continua a evidenziare preoccupanti incertezze per il futuro del progetto "chimica verde" – ha detto il consigliere di Autonomia popolare, Alessandro Carta - la caldaia in questione, infatti, non corrisponde affatto alla centrale energetica a biomasse targata Enipower presentata nel piano industriale ormai 4 anni fa, bensì rappresenta un investimento dieci volte inferiore a quanto annunciato, che certifica un ridimensionamento del progetto originario in quanto da sola non è sufficiente a tenere in marcia tutti gli impianti produttivi previsti».
Per il consigliere Carta gli enti locali, «Comune di Porto Torres in primis, devono compiere tutti gli sforzi possibili e necessari per tenere alta l'attenzione, e l'incontro in commissione è stata la prova che c'è bisogno dell'impegno concreto di tutti per sostenere un progetto che avrebbe potuto rappresentare un'importante realtà produttiva e che invece, col passare del tempo, purtroppo, costituisce una grande incognita per i lavoratori».
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