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Mariangela Pala 29 gennaio 2016
Porto Torres, vertenza Simind: è ancora sciopero
Lavoratori Simind ancora in sciopero per il sesto giorno. La proposta della direzione Versalis di riconoscere un acconto di 1300 euro non convince gli operai che domani hanno deciso di continuare a presidiare i cancelli della portineria dell’ex petrolchimico


PORTO TORRES - Lavoratori Simind ancora in sciopero per il sesto giorno. La proposta della direzione Versalis di riconoscere un acconto di 1300 euro non convince gli operai che domani hanno deciso di continuare a presidiare i cancelli della portineria dell’ex petrolchimico. Chiedono date certe sul pagamento delle restanti mensilità. Ma non basta dicono no anche alle nuove condizioni contrattuali proposte dalla Icom, la società subentrante alla Simind.

In un clima di protesta e di grande attesa per la restituzione degli stipendi arretrati dei lavoratori, si inserisce la trattativa tra le organizzazioni sindacali territoriali di Sassari dei metalmeccanici (Fiom-Cgil, Fsm-Cisl e Uilm-Uil), e della Icom, che nell’incontro di mercoledì si è resa disponibile ad assumere tutti i lavoratori ma con un contratto a termine, per una durata che garantirà le stesse tutele su eventuali ammortizzatori sociali. «La Icom assumerà, così, tutti i 60 lavoratori a tempo indeterminato con un contratto a termine per la durata dell’appalto (aprile 2017), riconoscendo anche un importo che garantisce le spettanze dovute nel precedente contratto e, per i restanti dipendenti, propone un’assunzione con contratto a termine fino a tutto il 2016». Così ha spiegato il segretario Fiom-Cgil, Gavino Doppiu, durante l’assemblea tenutasi ieri mattina presso l’aula consiliare del Comune di Porto Torres, alla presenza di una folta delegazione dei lavoratori Simind, dei sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) e delle categorie dei chimici.

La Icom si è anche impegnata ad assumere nell’immediato 30 unità lavorative del tempo indeterminato, ed ulteriori 30 unità nell’arco dei prossimi 15 giorni, calendarizzando ulteriori ingressi, nei 30 giorni successivi. «Noi siamo stanchi e stufi perchè sugli appalti c’è bisogno di regole certe. Questa è una lotta che non riguarda non solo i dipendenti Simind ma tutti i lavoratori dello stabilimento», hanno gridato i lavoratori. L’assemblea è poi proseguita all’ingresso principale dello stabilimento, presidiato dal resto dei lavoratori, le Forze di polizia e i Carabinieri.

I sindacati confederali e territoriali Cgil, Cisl e Uil, nell’incontro avvenuto di seguito hanno chiesto ai dirigenti Eni circa i tempi certi delle retribuzioni dovute, oltre all’acconto già accordato di 1300 euro. Il terzo punto verteva sulle modalità di rientro al lavoro che la committente dovrà verificare a seconda delle tipologie di contratti. «In questo momento ci sono due possibilità, rientrare in possesso delle retribuzioni nel più breve tempo possibile, avere l’anticipo e rientrare al lavoro con garanzie fino alla fine della commessa», ha detto il segretario generale Cisl, Gavino Carta. Niente da fare domani ancora sit-in ai cancelli: la precarietà non lascia traccia della dignità sacrosanta per il proprio lavoro.


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