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A.B. 13 febbraio 2016
Libri: don Pani a Nuoro
Giovedì 25 febbraio, il salone della Parrocchia Beata Maria Gabriella Sagheddu ospiterà la presentazione di "Lettura all’aria aperta della Laudato si’-prima in montagna poi al mare e infine in una periferia esistenziale”


NUORO – Giovedì 25 febbraio, alle ore 18.30, il salone della Parrocchia Beata Maria Gabriella Sagheddu, in Via Biasi a Nuoro, ospiterà la presentazione del nuovo libro di don Giuseppe Pani, intitolato “Lettura all’aria aperta della Laudato si’-prima in montagna poi al mare e infine in una periferia esistenziale” (Edizioni Palumbi, 8euro). Don Pani, parroco e docente stabile di Teologia Morale all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Sassari, ha letto e meditato l’enciclica di Papa Francesco “Laudato si'-Sulla cura della casa comune”, all’aperto, prima nei sentieri di montagna, poi al mare e, infine, con alcuni carcerati in permesso speciale.

Il luogo di questa seconda presentazione non è un caso: nella parrocchia nuorese, infatti, è nato il terzo capitolo del libro. Scrive don Giuseppe: «In un giorno di fine settembre, don Pietro Borrotzu, parroco della parrocchia nuorese della Beata Maria Gabriella Sagheddu, e suor Annalisa Garofalo, Ancella della Sacra Famiglia, mi chiamano al telefono per invitarmi a trascorrere una giornata di studio con alcuni detenuti degli istituti penitenziari di Badu ’e Carros (Nuoro) e Mamone (Onanì). Ore che condivideranno anche con i loro familiari e i volontari della Cooperativa-Associazione Ut unum sint». L’autore, nell’ultima parte del suo lavoro, racconta alcuni episodi significativi legati al quel giorno. «Tra le slide che presento ai detenuti – scrive don Pani – c’è una fotografia con un “particolare” gruppo di escursionisti, uniti da una corda, che si arrampicano su un crinale: un padre, capofila, e il resto della famiglia a seguire, compreso un bambino molto piccolo. Di fronte a questa istantanea, Angelo (un giovane detenuto spagnolo) si commuove visibilmente; interviene, quindi, per chiedere di “correggere” l’immagine: nella sua vita il capocordata non è lui, ma suo figlio. È il suo bambino ad averlo incoraggiato, guidato e “trainato” in questi anni di carcere: la speranza di abbracciarlo fuori dai recinti, di crescerlo, di giocare con lui in un parco, di aiutarlo a fare i compiti».

Presente alla giornata di studio anche Caterina Muntoni, sorella di don Graziano, sacerdote ucciso nel 1998: assassinio che non ha ancora un colpevole. Un detenuto, racconta don Giuseppe, si rivolge così alla professoressa di Fonni: «Ogni sera, quando vado a dormire, nella mia cella, non c'è soltanto il compagno con il quale condivido da tempo quello spazio ristretto, insieme a me, da 27 anni, ci sono anche i due ragazzi che ho ucciso. So che forse è qualcosa di improponibile, ma io so cosa vuol dire uccidere: le chiedo perdono a nome dell'assassino di suo fratello. Se può alleggerire il suo peso, mi guardi e pensi che sia stato io». Il sacerdote tonarese, dunque, citando un grande pensatore del passato, evidenzia che «Dio non solo accoglie i “giusti” che non hanno bisogno di redenzione, ma essendo il “Padre di tutti”, nella sua misericordia fa oggetto della sua provvidenza anche coloro che non ne sono degni. Ciò appare a molti come qualcosa di scandaloso, perché non credono che Dio sia capace di trovare mezzi e vie per “farsi amici i nemici”, sia in questo tempo, sia in quello futuro. Chi perciò ama veramente Dio, deve nutrire la stessa volontà di salvezza che Dio ha, perciò, non deve escludere dal suo amore neppure il peggiore dei peccatori». Il libro di don Pani, un bel contributo in questo Anno della Misericordia, è in vendita in tutte le librerie cattoliche d’Italia. On-line si può acquistare su amazon, mondadoristore, ibs, libreriadelsanto, ecc.

Nella foto (da Facebook): Don Giuseppe Pani
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