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30 aprile 2016
Amata Terra di Sardegna
«La nostra Regione è un Paese con un meraviglioso capitale umano, che porta dentro di sé le impronte della sua storia, segnata mirabilmente, lasciatecelo dire, dalla fede cristiana: i valori evangelici sono, infatti, non possiamo nasconderlo, parte integrante della sua identità». Da Pattada al Vaticano, passando per l’Avana: la figura di Angelo Giovanni Becciu, Sostituto di Stato di papa Francesco, riservata e schiva, lontana per stile culturale e inclinazione antropologica dall'effimero clamore dei media, si è rivelata con tutta la sua forza civile, religiosa e culturale nel discorso che ha pronunciato in Campidoglio per il conferimento del premio dedicato a Salvatore Mannironi. Ne diamo in queste pagine la versione integrale.


In Campidoglio a Roma, nella sala Pietro da Cortona, giovedì scorso, 27 aprile, con un discorso dalle ampie prospettive ideali, il Sostituto della segreteria di Stato di papa Bergoglio, Giovanni Angelo Becciu, nato a Pattada il 2 giugno 1948, ha accettato il premio Salvatore Mannironi che la Giuria (Mario Segni (presidente), Grazia Mannironi, Antonello Arru, Gemma Azuni, Sergio Berlinguer, Antonio Casu, Pasquale Chessa, Annamaria Cossiga, Filippo Lubrano, Francesca Mannironi, Attilio Mastino, Anna Mura Sommella, Arturo Parisi, Franco Siddi, Luigi Zanda) gli ha assegnato all’unanimità per il suo impegno sociale, culturale, politico e religioso. Il premio Mannironi, arrivato alla sua trentesima edizione, è destinato annualmente a una persona che abbia tenuto alto il nome della Sardegna in Italia e nel mondo. E fra i premiati infatti, si ricordano il generale Franco Angioni, l’ottavo presidente della Repubblica Francesco Cossiga, il pittore Aligi Sassu, l'archeologo Giovanni Lilliu, il jazzista Paolo Fresu, il calciatore Gianfranco Zola… Il riconoscimento ad Angelo Giovanni Becciu, per il ruolo che ha svolto e svolge ai vertici della diplomazia del Vaticano di papa Francesco, porta alla ribalta un protagonista della politica mondiale, capace di svolgere il suo lavoro con la modestia e l’umiltà dei grandi uomini destinati a fare la storia. Non è inutile qui ricordare che Becciu, prima di arrivare alla segreteria di Stato, da ultimo è stato Nunzio apostolico a Cuba. Non è perciò difficile immaginare l’azione del “tenace pattadese” dietro il grande lavorio che ha portato il papa a Cuba e soprattutto ha consentito quell’alta mediazione internazionale che ha messo fine alle ostilità politiche e diplomatiche e anche culturali fra la Cuba di Castro e gli Usa di Obama. Per questo siamo grati a monsignor Becciu, per aver affidato la versione integrale del suo discorso magistrale consentendone la pubblicazione sul primo network di quotidiani esclusivamente online in Sardegna, IsolaMedia (Alguer.it, CagliariOggi.it, SassariNews.it, Olbia24.it, NuoroNews.it, OriastanoNews.it, PortoTorres24.it).

LA POLITICA «MARTIRIO QUOTIDIANO»
E’ per me un grande onore ricevere il premio “Salvatore Mannironi” e desidero esprimere la mia gratitudine alla giuria per avermi assegnato questo significativo riconoscimento, che accetto volentieri. In esso vedo l’espressione di stima e di amicizia verso la mia persona, ma soprattutto la manifestazione di profondi sentimenti di attaccamento ai valori spirituali della gente sarda, ancorata alle proprie radici, specialmente ai fondamenti cristiani della sua storia. Sono pertanto riconoscente ai promotori di questo evento, volto, questo sì, a far conoscere sempre più la Sardegna, la nostra terra ricca di suggestiva bellezza per i suoi paesaggi, per le sue località di interesse storico ed artistico, ma ricca soprattutto di nobili tradizioni familiari, civiche e religiose. La nostra Regione è un Paese con un meraviglioso capitale umano, che porta dentro di sé le impronte della sua storia, segnata mirabilmente, lasciatecelo dire, dalla fede cristiana: i valori evangelici sono, infatti, non possiamo nasconderlo, parte integrante della sua identità.

L’UOMO, IL CRISTIANO, IL POLITICO
Portatore della rilevanza dei valori cristiani nella società fu certamente Salvatore Mannironi, che seppe vivere la sua limpida e feconda attività politica come concreta testimonianza del Vangelo, in un’ottica di disinteressato servizio alla collettività. E mi piace ricordare l’impegno culturale e politico di così illustre figura di uomo delle Istituzioni in questo 70° anniversario dell’Assemblea Costituente della nostra Repubblica, nella quale egli fu eletto come deputato tra le file della Democrazia Cristiana. Elemento di spicco dell’ambiente cattolico nuorese, partecipa con zelo apostolico alle attività dell’Azione Cattolica di Nuoro e poi di Pisa, affiancando agli impegni religiosi una generosa dedizione alla politica, prima in ambito locale e poi nazionale. Qualcuno ha scritto che “in Salvatore Mannironi l’uomo, il cristiano, il politico erano aspetti inscindibili e interagenti” a tal punto che “non si può capire il politico se non nell’interno dell’uomo, del credente, nella sua lucida visione cristiana della vita, che sta a monte e che influenza tutte le scelte politiche” (Angelo Roich, Introduzione ai lavori del Convegno su Mannironi, 5 aprile 1991).
Il ricordo pertanto della sua esemplare testimonianza cristiana, vissuta in modo particolare in ambito pubblico, ci stimola a considerare l’importanza dell’impegno del cristiano per il bene comune, segnatamente nell’amministrazione della cosa pubblica. La storia d’Italia è ricca di credenti, fedeli alla Chiesa e alla Patria, che si sono distinti per una partecipazione sempre più cosciente alla vita della città umana. Lo ha ricordato anche il Santo Padre Francesco, il quale ha detto: «Nella Chiesa ci sono tanti cattolici che hanno fatto una politica non sporca, buona; che hanno anche favorito la pace tra le Nazioni. Pensate ai cattolici qui, in Italia, del dopoguerra: pensate a De Gasperi. Pensate alla Francia: Schumann, che ha la causa di beatificazione. Si può diventare santo facendo politica» (Discorso alle Comunità di Vita Cristiana, 29 aprile 2015).

IL MOMENTO ATTUALE
Ho detto la storia, ma ahimè non posso dire altrettanto del momento attuale. Perché mi giro attorno e mi chiedo dove sono andati a finire i nostri politici cattolici che con vigore, coraggio, senza rispetto umano si facevano paladini in ambito pubblico dei valori cristiani. Si sono sciolti come neve al sole. Mentre altri portano avanti con decisione, arguzia, convinzione le battaglie a difesa delle proprie idee, i nostri cattolici per uno pseudo dialogo, che porta a far credere migliori le idee altrui, appaiono rinunciatari e talvolta addirittura accomodanti con la propria coscienza e con la coerenza dei propri principi. La Chiesa ha sempre esortato i fedeli laici ad assumersi personalmente tutte le proprie responsabilità. La vita ecclesiale li ha aiutati a comprendere che essi fanno parte di una comunità politica pluralistica, in cui però devono portare il contributo della propria identità cristiana. Di questo contributo c’è enorme bisogno proprio ai nostri giorni, perché il relativismo e l’annacquamento dei valori sono un’amara constatazione giornaliera. Il laico cristiano è pertanto chiamato a presentarsi nel dibattito politico come il testimone e l’assertore di quei valori che hanno contribuito ad elevare l’umanità e al progresso della sua storia. Questo vuol dire agire da cristiano. Non è certo trarre dal Vangelo ricette politiche o programmi di governo. Ma significa saper trovare in ogni questione socio-politica, per quanto tecnica possa essere, la via maestra per l’uomo, il suo bene, il rispetto della sua dignità e la sua piena realizzazione.

IL FEDELE LAICO
L’impegno del cristiano nella politica implica lo sviluppo di un genuino e disinteressato amore per la persona umana e per il bene comune. Il cristiano predilige per sua vocazione tutte le attività dirette a tutelare, garantire, promuovere e sviluppare la dignità umana. E la politica è una di queste. Ricordate la famosa frase di Paolo VI: “La politica è la più alta forma di carità”. Vale a dire che chi si impegna in politica deve prodigarsi verso gli altri in maniera disinteressata e appassionata, sapendo di contribuire alla promozione culturale e sociale dei propri concittadini. I fedeli laici agiscono sul piano temporale, vivificandolo mediante l’ispirazione cristiana e la forza morale del cristianesimo.
In questa prospettiva è esemplare l’attività sociale e l’approccio alla politica di Salvatore Mannironi, che seppe tradurre nell’attività professionale come pure nell’amministrazione della cosa pubblica il rigore etico e la carità evangelica. Tali virtù rifulsero specialmente in momenti difficili, quando l’essere cattolici comportava una coraggiosa presa di posizione contro concezioni totalitarie dello Stato o contro devianti e dissolutrici prospettive populistiche. Egli pagò con il carcere la sua coerenza cristiana e la sua passione per l’uomo e la dignità umana. Amato dalla gente, anche per il suo intelligente apporto alla questioni economiche e alla autonomie locali, si conquistò pure il rispetto degli avversari, che vedevano in lui un onesto servitore del bene comune.
Vorrei citare ancora le parole del Santo Padre: «Fare politica è una sorta di martirio quotidiano, perché vuol dire cercare il bene comune senza lasciarti corrompere; cercare il bene comune pensando le strade più utili per esso» (Discorso alle Comunità di Vita Cristiana, 29 aprile 2015). Ci auguriamo che questo sia l’ideale non solo del cattolico ma di tutte le persone che aspirano ad impegnarsi in politica.

UN APPELLO ALLA SOCIETA’ CIVILE SARDA
Ho menzionato agli inizi la nostra amata terra di Sardegna non posso ora concludere senza fare riferimento alla drammatica situazione socio-economica in cui essa versa. E’ una crisi che permane da troppi anni e dalla quale si stenta ad uscire, sembriamo quasi impotenti. La gioventù fugge, città e paesi dell’entroterra, fiorenti fino a pochi anni fa, sembrano avviarsi a un progressivo e triste declino, la speranza si sta ovunque di giorno in giorno affievolendo per le numerose fabbriche chiuse, specie nel Sulcis, e le aziende fallite.
Mi viene spontaneo fare un appello alle varie espressioni vive della società civile sarda perché unitamente a tutte le forze politiche, di qualsiasi denominazione esse siano, tengano presente il vero bene della nostra gente e, superando ogni divisione o interesse particolare, operino un comune sforzo creativo capace di far fare un salto qualitativo all’economia isolana, che risollevi le sorti della Sardegna. Penso che uomini come il Mannironi siano da additare come esempio a quanti tengono a cuore il futuro della nostra terra.
Grazie ancora per questo premio, che accetto con grande piacere, e con sincero compiacimento. Grazie anche per aver organizzato e preparato con cura e con amabilità questo gradevole incontro. E grazie a quanti hanno voluto partecipare.

Angelo Giovanni Becciu
Roma, il Campidoglio, 27 aprile 2016


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