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Porto Torres 24notizieportotorresCulturaRiti › Padre Atzei: «più fantasia politica per far rinascere Porto Torres»
Mariangela Pala 16 maggio 2016
Padre Atzei: «più fantasia politica per far rinascere Porto Torres»
Appello dell´arcivescivo padre Paolo Atzei in occasione del pontificale seguito dalal processione e benedizione a mare


PORTO TORRES - «Mi piace pensare che questa antica compartecipazione tra la città di Sassari e Porto Torres aumenti quella fantasia creatrice e politica per cui davvero si faccia di tutto non solo per cercare lavoro, per i disoccupati e per i poveri, ma anche per intraprendere legami nazionali e internazionali perché questo splendido Golfo e la struttura che ha la città turritana possa rifiorire». E’ l’augurio dell’arcivescovo di Sassari padre Paolo Atzei rivolto alla città sull’altare davanti alla torre Aragonese in occasione della processione e della benedizione del mare.

«A sua volta mi auguro che Porto Torres dia quella impronta marinara e protesa verso l’entroterra di cui beneficia anche Sassari». Una cerimonia seguita da centinaia di fedeli che poco prima avevano assistito al solenne pontificale nella basilica di San Gavino. Un intreccio di fede, devozione e tradizione popolare che ha visto rinnovarsi il rito simbolico della consegna delle chiavi della chiesa all’autorità, il sindaco di Sassari Nicola Sanna - che poi le ha immediatamente restituite al parroco don Mario Tanca.

Una tradizione, che risale a diversi secoli fa, caduta in disuso agli inizi del diciannovesimo secolo, significativa dell’appartenenza della Basilica di San Gavino alla municipalità di Sassari, che richiedeva e riconsegnava le chiavi al parroco perché la amministrasse, segno del riconoscimento della buona conservazione e della cura del complesso religioso. La cerimonia davanti al sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler e all’arcivescovo di Sassari padre Paolo Atzei che ha sancito solennemente l’importanza del rito. Poco prima il pontificale nella chiesa romanica davanti a centinaia di fedeli che hanno partecipato alla cerimonia solenne presieduta dall’arcivescovo della arcidiocesi, concelebrata dai canonici del capitolo turritano e i sacerdoti della diocesi, l’ultimo rito religioso della ricorrenza dedicata ai Santi martiri Gavino, Proto e Gianuario.

Una messa cantata di grande suggestione per ricordare la misericordia e il martirio del soldato Gavino, del presbitero Proto e del diacono Gianuario, decapitati più di 1700 anni fa sulla rupe di Balai durante le persecuzioni dei cristiani. «Perseguitati per cause della giustizia» ha detto padre Atzei – «sono stati capaci di trasmettere il messaggio del rapporto misericordia-martirio seminato in loro e che loro seminano nel complesso di Turris Libisonis», una testimonianza come dice la Passio «che rivendica la pietà di Dio». Una difesa della fede e della giustizia divina per ribadire che «sarà la misericordia a salvare il mondo e non certo il dio denaro o le guerre» come ha detto l’arcivescovo ricordando le parole di papa Francesco.

Al termine della messa e prima della processione, il gruppo folk Intragnas ha consegnato ai sindaci un “bizzoni di caxiu”. Si tratta di una figura di cavallo che porta sulla groppa un uomo e una donna, vestiti con gli abiti tipi della tradizione sarda, il tutto realizzato con formaggio di pasta filante. Alla fine del pontificale si è svolta la processione che attraverso il corso Vittorio Emanuele si è conclusa al porto dove l’Arcivescovo Atzei ha impartito la benedizione del mare e della città.


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