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A.B. 3 giugno 2016
Girotonno, presidio Lav: «basta al massacro»
«Si ripete il macabro rituale della mattanza», accusa la Lega Anti Vivisezione a Carloforte: «la cui celebrazione nel contesto di una festa lo rende ancor più grottesco, paradossale e fuori luogo: si tratta infatti di un rito brutale di sopraffazione, violenza, sofferenza e morte»


CARLOFORTE - «La chiamano festa, ma si chiama mattanza. E' questo quello che viene celebrato ogni anno a Carloforte: un macabro rituale la cui celebrazione nel contesto di una festa lo rende ancor più grottesco, paradossale e fuori luogo: si tratta infatti di un rito brutale di sopraffazione, violenza, sofferenza e morte». Questa l'accusa lanciata dalla Lega Anti Vivisezione, in avvio del Girotonno di Carloforte, manifestazione che ha peso il via ieri (giovedì) [LEGGI].

I pesci, spiegano i responsabili della Lav, arrivano in grandi banchi dall’Atlantico per depositare le uova in un ambiente più caldo. Il muoversi in gruppo rende dunque le loro rotte facilmente prevedibili. I tonni, che si trovano in alto mare, vengono perciò costretti a entrare nella prima “grande camera”. A questo punto, non essendo in grado di tornare indietro, si perdono nelle camere vicine, disposte in fila e comunicanti fra loro per mezzo di porte costituite da un sistema di reti fisse. Quando il rais (il capo della tonnara) ritiene che il numero di tonni presente sia sufficiente, se le condizioni meteorologiche sono favorevoli, dalla sua piccola barca, la “musciara”, «fornisce le istruzioni necessarie perché i tonni vengano indotti ad entrare nella “camera della morte”, dove restano inevitabilmente intrappolati. Vengono quindi brutalmente uncinati, arpionati e lasciati morire asfissiati ed agonizzanti in un mare di sangue (il loro). Sangue e sofferenza che non compaiono mai nelle immagini festose e spensierate del Girotonno per non turbare la sensibilità delle persone e non far vedere loro che il tonno non si taglia con un grissino».

Animal Equality, prosegue la Lega, ha realizzato di recente un’investigazione sotto copertura con diverse riprese video e numerose immagini, anche sott'acqua, «smascherando la mattanza dei tonni a Carloforte in Sardegna. Una pratica cruenta, che tra la fine di maggio e l'inizio di giugno di ogni anno causa la morte di migliaia di tonni rossi. Le istantanee mostrano la triste realtà e la sofferenza dei tonni durante la loro cattura ed uccisione». Domani, sabato 4 giugno, per tutta la giornata, i volontari Lav, assieme al Gruppo Antispecismo di Cagliari, e ad altri gruppi di animalisti, hanno organizzato un presidio a Carloforte «per sensibilizzare turisti e visitatori sulla triste realtà di sangue e sofferenza che si nasconde dietro quella che celebrano come “festa”, proponendo spunti di riflessione per una consapevolezza più etica e rispettosa della vita e delle libertà delle diverse forme di vita presenti nel nostro pianeta». La Lav, supportata anche da numerose evidenze scientifiche, promuove l’alimentazione vegana quale necessità e scelta di vita etica ed eco-sostenibile.


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