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7 giugno 2016
Passaggio nel Nord Sardegna
Al centro delle polemiche per la mano forte nel controllo degli eccessi della movida selvaggia, a partire da oggi 7 giugno, Pasquale Errico lascia il suo incarico. E ci racconta la sua esperienza: non solo pensando alla sicurezza e alla repressione, ma anche al contesto economico della società…


«… Voglio andare ad Alghero in compagnia di uno straniero… »: le note del celebre motivo di Giuni Russo risuonano improvvise. Il questore di Sassari, Pasquale Errico, ride divertito, consapevole di avere sorpreso i suoi interlocutori… «Sto rilasciando un intervista ad Alguer.it, il quotidiano di Alghero», risponde, e chiude la telefonata con modi tanto calorosi quanto spicci come sanno fare solo i napoletani. Ma sornione aggiunge: «Eh, ma non penserete che l’ho messa apposta per voi questa suoneria!?» Il 7 di giugno, quasi due anni dopo il suo arrivo, Errico lascia il nord della Sardegna per tornare nella regione dove è nato, a dirigere la Questura di Salerno. «Per dare tante mazzate in testa ai camorristi».

Contento ma anche dispiaciuto: «Una volta, quando sembrava una punizione, si diceva che in Sardegna si arrivava piangendo… Per me è stato il contrario. Ho subito interpretato la Sardegna come una grande opportunità umana. Mi sono trovato davanti un popolo, non una popolazione. Con una sua storia, le sue lingue, le sue identità. Noi napoletani siamo molto estroversi, fantasiosi, e forse anche un po’ “truffaldini“. Non nel senso penale, ma quello più caratteriale. Quindi la “mutria“ dei sardi, quella seriosità coniugata con la lealtà, mi è sembrata appartenere a una civiltà superiore, radicata in una storia tanto travagliata quanto ricca di cultura. Non esagero! Si pensa che dalla questura si veda la parte peggiore della società di una provincia. Non è così. Perché non è la repressione il compito principale della polizia, ma al contrario accompagnare e proteggere l’intera società nello svolgersi quotidiano della sua vita civile. Rappresentiamo una garanzia di sicurezza nella normalità. La repressione deve rappresentare l’eccezionalità. Per dire: nel guidare la questura mi sono preoccupato capire le condizioni economiche generali con ci dobbiamo confrontare».

Il questore prende in mano un mazzo di fogli e comincia a leggere: «Nella provincia di Sassari si è assistito all’abbandono di numerose aziende… Non meno colpito il settore agricolo che paga l’assenza di misure di sostegno…». Sono brani delle prime pagine del discorso di Errico per il 164esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Quasi una relazione economica sulla salute sociale di un territorio che va da Alghero a Olbia… Eppure solo un anno fa, quando il questore intervenne per regolamentare gli eccessi della movida ad Alghero, chiudendo due locali, Maracaibo e Kelu, che erano stati teatro di fatti criminosi, e nel frangente frequentati da pregiudicati, fu accusato di aver messo in ginocchio l’economia turistica della città. Eppure quella polemica ha lasciato un segno virtuoso.

La degenerazione della movida mette a rischio la sicurezza del territorio. E insieme la stessa economia della regione. Spiega il questore: «Non basta però la repressione. Serve un maggiore autocontrollo, un nuovo senso di responsabilità da parte dei gestori dei locali. Anche da parte della classe dirigente, perché servono imprenditori di qualità nel turismo, non bucanieri improvvisati, pronti a tutto nel breve periodo di una stagione mordi e fuggi. Ad Alghero sono stati almeno 100 per 70 esercizi. Il senso del nostro intervento sul territorio è stato il richiamo al principio di legalità».

«C’è sotto anche una questione economica non trascurabile: la movida selvaggia produce una distorsione del mercato avvantaggiando i peggiori a danno degli imprenditori che seguono le regole e operano nella legalità. Il punto di incontro non può che essere una movida sostenibile. Molto positivo, per esempio mi sembra l’iniziativa messa in atto ad Alghero di creare uno sportello di “emergenza rumore” per assistere le vittime della movida, a cominciare dalla violenza dei decibel. Debbo riconoscere, in questa funzione di controllo, la collaborazione delle amministrazioni comunali, e in particolare voglio citare i sindaci di Olbia e di Alghero per la prontezza con cui hanno adottato le proposte del questore.» Con queste parole il questore Pasquale Errico si accommiata. Per sostituirlo da Avellino arriva il siciliano di Palermo Maurizio Ficarra.
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