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A.B. 23 luglio 2016
Strategia per le aree interne: incontro ad Ollolai
Strategia per le aree interne e nuove geografie istituzionali: ne hanno parlato gli assessori della Programmazione Raffaele Paci, dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda e degli Enti locali Cristiano Erriu ieri sera durante il laboratorio organizzato dall’Istituto nazionale di urbanistica, in occasione dell’inaugurazione del Parco comunale di San Basilio


OLLOLAI - Strategia per le aree interne e nuove geografie istituzionali: ne hanno parlato gli assessori regionali della Programmazione Raffaele Paci, dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda e degli Enti locali Cristiano Erriu ieri sera (venerdì), durante il laboratorio organizzato dall’Istituto nazionale di urbanistica, in occasione dell’inaugurazione del Parco comunale di San Basilio, ad Ollolai, dopo i lavori di riqualificazione ed allestimento dell’area naturalistica. Ospiti del sindaco di Ollollai Efisio Arbau, i rappresentanti della Giunta Regionale si sono confrontati anche con numerosi amministratori della zona.

«Stiamo fortemente andando verso un masterplan delle zone interne – ha dichiarato Paci – Abbiamo in campo la programmazione territoriale della Regione, la strategia nazionale Snai che in quella programmazione si innesta, una serie di interventi sulle aree urbane e una costante attenzione per le aree più interne. Ci aspettiamo a giorni di firmare il patto con il Governo, stiamo parlando di un miliardo e mezzo più un altro miliardo per infrastrutture strategiche che avranno un grande impatto sui territori a cominciare dalla metanizzazione, abbiamo approvato nell’ultima Giunta una delibera sulla governance della programmazione territoriale che mette in primissimo piano la valorizzazione delle zone interne. Poi ci sono Iscol@ e la banda larga in tutti i Comuni. È chiaro che la strategia vincente è mettere a regime tutti gli interventi e creare una rete virtuosa avendo come interlocutori le Unioni di Comuni. Ma non basta: serve anche un progetto di sviluppo economico, dunque è indispensabile l’apporto degli imprenditori privati che attraverso quel progetto riescano a valorizzare gli attrattori naturalistici, culturali, del saper fare che sono tanti in queste zone e da lì creare ricchezza per il territorio e dunque occupazione. Se si crea ricchezza e c’è lavoro – ha concluso – anche i giovani restano e le zone interne non si spopolano».

«Premetto che considero l’ordinamento dei poteri in Italia e in Europa non definitivo, ingiusto e inadeguato rispetto alle legittime ambizioni di sviluppo delle zone più piccole – ha sottolineato Maninchedda – Partendo da questo, bisogna chiedersi quali infrastrutture vogliamo rispetto proprio al tema dei diritti e delle ambizioni dei nostri popoli. Abbiamo un fabbisogno enorme di viabilità sulle strade interne della Sardegna. Ma non possiamo porci il problema del fabbisogno delle zone interne e non quello della produzione di ricchezza adeguata e in grado di rispondere a quel fabbisogno. Queste aree non stanno producendo ricchezza, bisogna pensare a come aumentare la ricchezza e le infrastrutture sono a questo strettamente connesse».

«I livelli intermedi di gestione del territorio previsti nella riforma degli enti locali, vale a dire le Unioni di Comuni e gli Ambiti territoriali strategici, tra le altre cose sono chiamati a realizzare compiti di pianificazione strategica e operativa. Il tema dell’efficacia e della effettività dei risultati della pianificazione territoriale è molto sentito da questa Giunta – ha sottolineato Erriu – La strategia nazionale per le aree interne, sperimentata nel Mandrolisai e nell’Alta Marmilla, deve diventare sistema per tutte le aree interne della Sardegna, non possiamo procedere per tentativi. Il tema della pianificazione paesaggistica delle zone interne non può non essere strettamente legato al processo di completamento della composizione dei livelli territoriali intermedi, a loro volta agganciati alle regioni storiche. I Comuni associati tra loro devono sempre più sviluppare la capacità di governare le complessità di un territorio più vasto rispetto al singolo Comune. Su questo occorre lavorare ancora molto al superamento di forti e persistenti resistenze localistiche che si registrano in alcune zone della Sardegna. È una sfida che richiede un’azione coordinata che investa tutti i livelli istituzionali».

Nella foto: un momento dell'incontro
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