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Mariangela Pala 18 agosto 2016
Ricerche petrolifere: La Sinistra suona la sveglia a Wheeler
La denuncia arriva dal circolo cittadino La Sinistra preoccupato sulla possibilità da parte del Ministero competente di autorizzare la ricerca e, eventualmente, la perforazione e l’estrazione di idrocarburi sulle coste sarde, in particolare nel nord ovest della Sardegna. Un richiamo anche all’amministrazione comunale che non dovrebbe limitarsi tenere gli occhi aperti ma ad opporsi al progetto con forza


PORTO TORRES - Il piatto delle ricerche petrolifere nel Mediterraneo sembra appetibile a molti, anche se non si sa bene quanto possa essere ricco. A rischio ci sarebbero le attività di pesca e turismo. La denuncia arriva dal circolo cittadino La Sinistra preoccupato sulla possibilità da parte del Ministero competente di autorizzare la ricerca e, eventualmente, la perforazione e l’estrazione di idrocarburi sulle coste sarde, in particolare nel nord ovest della Sardegna.

Un richiamo anche all’amministrazione comunale che non dovrebbe limitarsi tenere gli occhi aperti ma ad opporsi al progetto con forza. «Proprio perché direttamente coinvolti, a tutti, e in particolare al sindaco di Porto Torres, chiediamo - afferma il coordinatore de La Sinistra cittadina, Francesco Pintus - anche di non limitarsi ai seppur utili interventi sulla stampa locale, bensì di intervenire direttamente nella procedura presentando delle “Osservazioni” al Ministero di opposizione al progetto».

L’area interessata è di quasi 21mila chilometri quadrati, tra il Mare di Sardegna e il mare Balearico. Un rettangolo con la parte superiore frastagliata e irregolare e che, sul lato orientale, si trova proprio di fronte alla costa sarda, dall’Asinara sino alla costa Oristanese, dalle parti di Capo Mannu. «Provate a immaginare cosa succederebbe se si verificasse un incidente ad una piattaforma petrolifera posta a poco più di 40 chilometri dal litorale di Capo dell’Argentiera» - sottolinea il coordinatore de La Sinistra, Francesco Pintus - «bisognerebbe dire addio alla pesca e al turismo».

E’ ormai certo che prima di installare la piattaforma petrolifera bisogna fare le prospezioni geofisiche per individuare i giacimenti, cioè la richiesta che la società norvegese Tgs-Nopec ha fatto al Ministero dell’Ambiente, attivando la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (Via). «Ma i norvegesi fanno i furbi – aggiunge Pintus - ritagliano il bordo superiore dell’area di prospezione dello stretto necessario per tenersi a 15 miglia dall’area del Santuario, e cercano così migliore sorte al loro progetto». Nella stessa area di migliaia di chilometri quadrati nel 2014 il Ministero aveva respinto una analoga richiesta di prospezioni avanzata dalla britannica Schlumberger con la motivazione che le ricerche, effettuate con il famigerato metodo del ”air-gun” – bombe d’acqua – interferiva con l’area del Santuario dei Cetacei e avrebbe potuto recare gravi danni a questi preziosi mammiferi marini.

Ma i norvegesi tentano con ulteriori richieste di aggirare l’ostacolo. Secondo il gruppo La Sinistra rimane la questione di fondo: «usare le tecniche di “air-gun” non fa solo male agli abitanti del mare. Le ricerche di giacimenti si fanno per poi poterli sfruttare, ed ecco che il danno arriva anche agli abitanti delle coste. I norvegesi hanno indubbiamente aspettato l’esito del referendum sulle trivelle per tornare alla carica con il Ministero dell’Ambiente, referendum il cui esito tutti ben conoscono e che non ha premiato chi, come noi di La Sinistra di Porto Torres si è fortemente impegnato per portare i cittadini alle urne».

Le continue richieste fatte dalla società norvegese Tgs-Nopec rappresentano «una minaccia molto più vicina e pericolosa di quella sottoposta al referendum No-Triv di aprile. Bene ha fatto il sindaco di Stintino a denunciare il pericolo di questa richiesta. Ora ci aspettiamo che anche il sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler faccia almeno altrettanto» aggiunge il coordinatore Francesco Pintus, così come gli altri sindaci dei Comuni direttamente coinvolti nella procedura di Via avendo tratti di costa prospicienti all’area di ricerca: oltre a Stintino e Porto Torres, Sassari, Alghero, Villanova Monteleone, Bosa, Magomadas, Tesnuraghes, Cuglieri, Narbolia e San Vero Milis.
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