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Mariangela Pala 20 settembre 2016
Chimica verde:«rivendichiamo gli investimenti del 2011»
La segreteria regionale del sindacato Filctem-Cgila ha chiesto conto degli investimenti sia nella chimica tradizionale che in quella verde e in particolare per Porto Torres, ha chiesto se ci sia un ridimensionamento delle speranze sottolineando che «il fallimento del progetto Matrìca significherebbe il fallimento di tutta la chimica verde»


PORTO TORRES - Dopo la rinuncia alla vendita e al fallimento delle trattative con il fondo Sk Capital, i sindacati chiedono maggiore impegno a Eni sulla controllata Versalis. Nell’ultimo incontro a Roma presso la sede di Confindustria fra la società Versalis con i suoi massimi vertici e una delegazione sindacale formata dalle segreterie nazionali e dalle Rsu di tutti gli stabilimenti italiani, la segreteria regionale del sindacato Filctem-Cgil ha chiesto conto degli investimenti sia nella chimica tradizionale che in quella verde e in particolare per Porto Torres, ha chiesto se ci sia un ridimensionamento delle speranze sottolineando che «il fallimento del progetto Matrìca significherebbe il fallimento di tutta la chimica verde».

Nell’incontro sono stati illustrati gli scenari mondiali europei e Italiani che caratterizzano in questo momento il mercato dell’industria chimica, dove un prezzo del barile a 50 dollari favorisce le produzioni da cracking a nafta rispetto a quelli a gas e ha reso competitivi gli impianti di Versalis in Italia. In particolare la marcia del cracking di Marghera è figlia di questa congiuntura. Il mercato mondiale, in particolare nord America e Asiatico, risultano in ascesa rispetto ad un Europa e ad un Italia che hanno tassi di crescita bassi.

Sulla chimica verde e sul progetto Matrìca, l’amministratore delegato Daniele Ferrari afferma che il progetto merita attenzione: «va considerata la natura molto innovativa degli impianti ma – precisa Ferrari - si stanno risolvendo i problemi incontrati all’avviamento ed entro l’anno si otterranno i risultati sperati, ovvero, una stabilizzazione delle produzioni sia in termini quantitativi che qualitativi». L’ad di Versalis ha ribadito che su Porto Torres non ci sono interessi diversi, che si è concentrati a far funzionare l’impianto e che nessuno ha intenzione di far fallire Porto Torres.

«Se da un lato si ritiene positiva la ripresa delle relazioni sindacali in un clima sereno, dove non ci sono vendite in campo, dall’altra - sottolinea il segretario territoriale Filctem Cgil, Massimiliano Muretti - registriamo una battuta d’arresto sugli investimenti per Porto Torres sia negli elastomeri che nella chimica verde. Si coglie l’intenzione di voler consolidare l’esistente senza, per il momento, notare la volontà di proseguire negli investimenti così come previsto dal protocollo firmato nel 2011». A fronte di 200 milioni di euro investiti non si fa cenno dei restanti 300 milioni di euro non spesi; «si ha la sensazione che - aggiunge Muretti - proprio a causa delle mutate condizioni mondiali dovute al basso prezzo del petrolio, l’interesse di Versalis per Matrìca non sia più impellente».

Durante la presentazione a Roma si è abbozzata una prima stesura del piano industriale che prevede investimenti nel settore degli elastomeri e la fermata per manutenzione del cracking di Marghera. Su Porto Torres un accenno ad un riassetto delle utilities e della logistica. Nessuna ipotesi di investimento su Elastomeri e sulla Chimica Verde. Il vero piano industriale con tutti i dettagli verrà presentato a fine ottobre quando saranno illustrati gli interventi sito per sito. La segreteria provinciale Filctem-Cgil crede ancora, come nel 2011, nella validità del progetto, «riteniamo che il futuro sia anche in quella direzione e consideriamo doveroso che l’impegno assunto da tutti, ad iniziare dal governo e dalla Regione Sardegna, sia portato avanti. La mobilitazione che nell’ultimo anno ci ha visto impegnati è iniziata con il rivendicare gli investimenti e abbiamo denunciato la scarsa attenzione che il presidente Pigliaru mostrava nel difendere le ragioni del progetto e del nostro sito».

«Abbiamo visto sfumare il progetto della centrale a biomassa - aggiunge il segretario Muretti - senza ottenere ad oggi alcuna contropartita di uguale valore, sia in termini economici che occupazionali, con la conseguenza che il sito di Porto Torres ad oggi non riesce a soddisfare in maniera economica e soddisfacente i fabbisogni energetici degli impianti». Ci si appresta a costruire due o tre caldaie di piccola taglia «che non riusciranno nell’intento di raggiungere un efficienza accettabile come sarebbe accaduto se si fosse scelto di proseguire con il progetto originario. Chiediamo - conclude il segretario territoriale Massimiliano Muretti - che ci siano gli incontri e di conseguenza le azioni necessarie che possa riportare la vicenda Porto Torres al centro del tavolo regionale e nazionale e che gli impegni presi nel 2011 siano mantenuti».

* segretario generale Filctem-Cgil Massimiliano Muretti
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