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M.P. 14 dicembre 2016
Stintino: la scienza svela il mistero di San Basilio
Il 15 dicembre saranno rivelati una serie di dati inediti sulla reliquia del santo. Sarà, infatti, presentato il progetto Bioarcheologico sulla reliquia del santo, che per l'occasione sarà esposta al Mut, a partire dalle ore 16


STINTINO - A chi appartiene il cranio conservato nel reliquario di San Basilio a Oristano? Si tratta di San Basilio o di un altro santo? Quanti anni aveva all'epoca della morte? E dove è vissuto? A questa e ad altre domande si cercherà di rispondere giovedì 15 dicembre alle ore 17.30 al Museo della Tonnara di Stintino. Sarà, infatti, presentato il progetto Bioarcheologico sulla reliquia del santo, che per l'occasione sarà esposta al Mut, a partire dalle ore 16.

«È un mistero affascinante quello legato al reliquiario di Oristano - dichiara Don Francesco Tamponi, Incaricato Regionale Cei per i Beni culturali ecclesiastici e per l’Edilizia di Culto in Sardegna -, un'opera straordinaria che all'ultima analisi ha rivelato una serie di dati inediti». Il progetto ha preso le mosse nel 2013, quando i Padri Francescani del Convento di Oristano hanno chiesto una ricognizione del materiale scheletrico contenuto nel reliquario, con l'obiettivo di ottenere nuove informazioni sulla natura della reliquia e sulla sua origine. Se, infatti, la tradizione vuole che nel reliquario sia contenuto il cranio di San Basilio, una recente rilettura ha messo in discussione questa tesi, aprendo la strada a nuove ricerche.

Nel 2013 il microbiologo Salvatore Rubino, del Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Sassari, e Luca Bondioli, responsabile della sezione di Antropologia e Archeozoologia del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma, hanno effettuato una prima valutazione sul reperto, costituito da un cranio ben conservato.
«Analisi future permetteranno la scoperta di ulteriori dettagli: la data di morte, l'origine geografica e perfino la fisionomia» - spiega Salvatore Rubino, responsabile del gruppo internazionale di Bioarcheologia che svolge analisi sul Dna antico, e che, solo per fare un esempio, ha studiato il Dna di uno degli eroi di Mont'e Prama.


Illustreranno i risultati ottenuti finora e le successive fasi del progetto Don Gianfranco Saba, già Rettore del Pontificio Seminario Regionale Sardo e Iem - Istituto superiore scienze religiose Euromediterraneo, Don Francesco Tamponi, incaricato regionale Cei per i Beni culturali ecclesiastici e per l’Edilizia di Culto in Sardegna, e Luca Bondioli. Gli interventi saranno moderati dal giornalista della Nuova Sardegna Costantino Cossu e da Salvatore Rubino. Porteranno, inoltre, i saluti il sindaco di Stintino Antonio Diana, Andrea Montella, direttore del Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Sassari e Maura Picciau, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro.


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