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Red 14 dicembre 2016
Gaetano Mura e Italia colpiti da un´altra burrasca
Prosegue l´avventura del velista di Cala Gonone. 55 nodi in pieno Oceano Indiano. Le riflessioni del navigatore e la strategia meteo


CALA GONONE - Una nuova burrasca nell'Oceano Indiano, quasi a metà strada tra Capo di Buona Speranza e Capo Leeuwin, colpisce Gaetano Mura ed il Class 40 Italia, skipper e barca impegnati nel tentativo di record nella circumnavigazione del globo non-stop e senza assistenza. Dopo un paio di giorni di vento leggero per il passaggio di un'alta pressione, nei prossimi giorni si attendono venti di nord-nord ovest a 35-40 nodi con raffiche a 45nodi e relativi temporali. Questa situazione permetterà a Gaetano Mura di fare rotta più a sud, verso il passaggio di Capo Leeuwin, a sud dell'Australia.

Così lo shore team 1Off che segue l'impresa di Italia: «La strategia a medio termine verso questo secondo grande capo sarà quella di navigare verso est in condizioni di vento compresi tra i 25-35nodi. E' proprio in queste situazioni, infatti, che Italia sviluppa le migliori performance». L'ocean-racer sardo potrebbe anche aumentare la massima percorrenza nelle 24ore, che fin qui nel corso della sua navigazione è di 255miglia, fatte segnare lo scorso primo dicembre in condizioni meteo simili a quelle di queste ore. «Purtroppo - dichiarano i routier meteo - queste condizioni ottimali non saranno sempre possibili. Infatti, le grosse depressioni in movimento nel Southern Ocean attorno tra i 50°S ed i 55°S si estendono spesso molto a nord fino alla latitudine dei 35°S, originando venti burrascosi ben superiori ai 35-40nodi, rallentando l'imbarcazione che deve procedere con velatura da burrasca forte».

«Una delle paure dei navigatori è quella di rompere, di subire dei danni che compromettono la navigazione e in questo senso l’Oceano Indiano è particolarmente insidioso. Qui non c'è traffico commerciale, solo balene e albatros. Le barche, come dimostrano i tanti ritiri alla Vendée Globe, sono molto delicate e bisogna andare veloci. Tanto è vero, che il navigare è una continua ricerca di un compromesso tra velocità, da una parte, e rischio di rottura dall'altra. Senza dimenticare l'inevitabile consumo e usura dei materiali che devono affrontare maratone della durata di mesi come questa. A tutto questo si aggiungono incognite ne prevedibili ne, spesso, controllabili. Quando si verificano situazioni come quella dei giorni scorsi (l'urto con un oggetto sommerso non identificato ha procurato danni ai timoni, fortunatamente riparabili, ndr), non c'è tempo per lo sconforto. Bisogna agire veloci per trovare una soluzione, subito. Per superare questi ostacoli è necessario saper fare di tutto, avere molteplici competenze: meccaniche, dei materiali, informatiche, meteo. Per fortuna, i sistemi di comunicazione attuali permettono, come in questo caso con il team 1Off a terra, di avere il giusto supporto».

Mura, da bordo, affronta anche il tema psicologico delle tenuta davanti allo stress: «Io per mia natura e per carattere sono uno che rimane molto calmo e lucido nelle situazioni di emergenza, guai se così non fosse facendo ciò che faccio. Ma l'istintività e la calma non sono sufficienti ad un certo livello di “gioco”. Ho lavorato molto, a livello mentale oltre che fisico, su questi aspetti negli ultimi anni. E oggi, più che mai, mi rendo conto dei benefici che ne traggo. Poi ho avuto la grande fortuna ed il grande privilegio di incrociare sulla rotta della mia vita un grande professionista che ha giocato un ruolo fondamentale e senza il quale, con certezza, non sarei qui. Si chiama Marco Caboi il preparatore atletico e coach mentale che mi segue da anni. Quindi, un grazie speciale a Marco».


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