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Porto Torres 24notiziealgheroOpinioniInquinamentoL´utopia per la bonifica dell´Arenosu
Enrico Muttoni 13 febbraio 2017
L'opinione di Enrico Muttoni
L´utopia per la bonifica dell´Arenosu


I consiglieri comunali Alessndro Nasone e Monica Pulina hanno avanzato la proposta di impiegare, per la bonifica del sito dell'Arenosu, la tecnica della fitodepurazione. La quale consiste nella messa a dimora di piante le quali, scambiando elementi e sostanze col terreno, lo depurano dalle sostanze per le quali hanno grande affinità, assorbendole in modo permanente. La letteratura scientifica in merito è ampia e dettagliata. All'Arenosu, perciò, verrebbe seminata, dopo preparazione del terreno, la comune canapa da fibra, la quale possiede capacità adsorbenti verso molti degli inquinanti più pericolosi, segnatamente diossina e metalli pesanti. Quello che però i consiglieri, e molti altri sedicenti tecnici ambientali, dimenticano di far osservare è: le decine di quintali per ettaro di biomasse che si raccolgono alla fine del ciclo della pianta, debitamente cariche di prodotti inquinanti, che fine fanno? La risposta è avvolta nella nebbia. Verosimilmente le biomasse vanno smaltite, e qui si può solo scegliere tra due strade: il trattamento termico o la discarica.

Ma il primo è da escludere, in quanto nessun impianto di trattamento accetterebbe né puó accettare un materiale che dichiaratamente contiene diossina. E se dunque il destino di questo materiale dev'essere la discarica (probabilmente sul continente), perché non conferire direttamente il primo strato di terreno dell'Arenosu, senza darsi la pena di lavorarlo, a suon di soldoni? Non si può nemmeno parlare di riutilizzo, dato che i cordami alla diossina non li comprerebbe nessuno, e la trasformazione non potrebbe mai restituire il 100% del lavorato. Gli scarti sarebbero, poi, ingestibili. Si dimostra ancora una volta che la gestione dei rifiuti, ad Alghero si basa su un principio tassativo: basta che li portino fuori dal territorio comunale, senza curarsi di cosa ne pensino i comuni destinatari.

Dato l'elevatissimo livello di benessere degli Algheresi, essi possono pagare qualunque cifra ai siti di raccolta, e ignorare tranquillamente in che modo i rifiuti vengano smaltiti. Peccato che per i rifiuti liquidi esista sempre la possibilità di vederli riapparire dai rubinetti. Ci sono le rassicurazioni in proposito, ma mai documenti scritti.La bonifica, questa nuova risorsa (a spese di Pantalone) che restituirebbe ai territori la perduta verginità, e impiegherebbe tecnici e maestranze per il bene comune è, in realtà, uno degli ultimi tipi di prelievo forzoso di risorse ai cittadini contribuenti. Bisogna convincere se stessi e gli altri che se un territorio é malato, lo si può curare finché é in vita. La bonifica e rivitalizzazione di un cadavere, sono impossibili o enormemente costose. Sarebbe stato bene dunque trovare una via, per gli abitanti dell'Arenosu, di collaborazione al ripristino del territorio. Cosa difficilissima, ma meno difficile che il proporlo.

La Sardegna è sotto una grandinata di proposte per la bonifica di zone industriali morte. Alcune effettivamente necessarie, altre fantasiose, altre, a mio modo di vedere, molto discutibili. Il risanamento unito al mantenimento della produzione è una linea d'azione attuata , per esempio, a Taranto: dove si può capire che il licenziamento di 15mila persone dell'Ilva non servirebbe ad altro che a devastare fisicamente e socialmente un territorio. La via è la soluzione graduale dei problemi ambientali mantenendo l'acciaieria produttiva e destinando gli utili al risanamento. Prima di seminare la Canapa Inutilis all'Arenosu, dunque, pensiamoci.


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