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Red 11 marzo 2017
Giù le mani da Porto Ferro: incontro a Sassari
Sabato prossimo, le sale dell´Hotel Grazia Deledda ospiterà un incontro pubblico ed un dibattito organizzato dal Comitato spontaneo sul Piano di utilizzo dei litorali del Comune


SASSARI - Sabato 18 marzo, alle ore 10, le sale dell’Hotel Grazia Deledda ospiteranno un incontro pubblico ed un dibattito con interventi programmati e spontanei organizzati dal Comitato spontaneo “Giù le Mani da Porto Ferro”, sul Piano di utilizzo dei litorali del Comune di Sassari. Invitato il sindaco di Sassari Nicola Sanna, cui è già stata ufficialmente recapitata una missiva, e tutta la cittadinanza interessata. Si relazionerà ampiamente sulle problematiche legate al piano attuativo e segnatamente in riferimento alla delicata area di Porto Ferro e del Lago di Baratz. Partecipano al dibattito l'ingegnere Michele Fois, il presidente del Gruppo di intervento giuridico onlus Stefano Deliperi e l'archeologo Marcello Madau.

Il Comitato, attivo da circa un mese, riconosce e valorizza l’importanza del confronto pubblico, propedeutico, anticipato, aperto e civile, finalizzato a promuovere la più ampia conoscenza delle tematiche relative alla gestione del bene comune. In circa dieci giorni, la petizione on-line generata sulla piattaforma Change.org (peraltro ancora in corso) ha raccolto oltre 3200 firme, diversi articoli ed interventi hanno trovato collocazione sulla stampa ed in rete. «Ci spaventa l’idea che traspare dai toni usati da importanti esponenti dell’Amministrazione comunale, che ci qualifica come antagonisti per il solo fatto di aver manifestato posizioni critiche ad uno strumento attuativo che riteniamo insensato nella sua logica di base e povero di approfondimento delle caratteristiche intrinseche dei litorali: identica tipologia di stabilimento viene proposta a Platamona ed a Fiume Santo, entrambe inserite nel Golfo dell’Asinara, così come all’Argentiera, a Rena Majore e Porto Ferro, ambiti questi ultimi caratterizzati da notevoli differenze morfologiche e paesaggistiche», dichiarano gli organizzatori dell'incontro.

Vi è di più, però, perché le aree di Porto Ferro, Argentiera e Rena Majore sono inserite in un contesto di correnti e di ventosità che non le rende paragonabili ne omologabili alle realtà litoranee della costa nord. «Non si comprende come si possa soltanto pensare che uno stabilimento “possa supportare” la spiaggia per naturisti, appurato che le concessioni dovranno essere affidate con gare ad evidenza pubblica ed aperte alla massima concorrenza, ossia senza nessuna garanzia o prelazione applicabile per alcun soggetto preventivamente individuato. Altrettanto dicasi in merito alla possibilità di attrezzare il litorale di Porto Ferro per gli animali da affezione, atteso che è il Pul medesimo a non prevedere espressamente questa possibilità, avendola pianificata solo per Fiume Santo e Platamona. Ancora più grave è ritenere che Porto Ferro, con questo Pul, possa accogliere attività per surf e sport acquatici in virtù del fatto che le concessioni demaniali semplici (unica tipologia prevista nel Pul) non contemplano, normativamente, aree per sport, surf o similari. Per concedere attività di quel tipo, infatti – sottolineano - bisognerebbe pianificare e programmare concessioni polifunzionali. Sorprende, infine, che laddove tutti i tavoli aperti di impronta culturale, sociale e politica in merito al tema del turismo si stiano orientando verso un approccio più calato sulle peculiarità del territorio, sulla qualità di un’offerta diversificata, su una risposta che si misuri con i variegati target di flusso turistico e che rivaluti pienamente le vocazioni dei luoghi (il genius loci), la nostra Amministrazione, in totale controtendenza, prosegua sulla strada degli stabilimenti balneari, che, come ampiamente dimostrato, garantiscono, se lo garantiscono, un lavoro stagionale mai giustamente retribuito senza offrire prospettive occupazionali vere e durature e sono ottimizzati per assicurare benefici economici esclusivamente al concessionario senza promuovere un uso condiviso del bene comune».
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