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Mariangela Pala 1 ottobre 2017
Visita lampo di Sgarbi per salvare la Basilica
Accompagnato dal consigliere comunale Claudio Piras che lo ha invitato a Porto Torres dopo l’incontro con il ministro Dario Franceschini a Castelsardo, Sgarbi ha visitato la chiesa romanica più grande della Sardegna constatando di persona le problematiche che rischiano di arrivare ad un punto critico tale da minacciare la stabilità del monumento risalente all’XI secolo


PORTO TORRES - Un richiamo quasi irresistibile per Vittorio Sgarbi, il noto critico d’arte nella sua visita lampo è rimasto estasiato dalla bellezza della basilica di San Gavino. Accompagnato dal consigliere comunale Claudio Piras che lo ha invitato a Porto Torres dopo l’incontro con il ministro Dario Franceschini a Castelsardo, Sgarbi ha visitato la chiesa romanica più grande della Sardegna constatando di persona le problematiche che rischiano di arrivare ad un punto critico tale da minacciare la stabilità del monumento risalente all’XI secolo. «Chiederò all’ingegner Nicola Berlucchi di far visita alla chiesa per constatare se il tipo di pregiudizio strutturale è grave o controllabile. Provvederò ad informare anche il ministro Franceschini e capire se è possibile trovare uno sponsor o un finanziamento pubblico».

Il famoso critico d’arte non ha nascosto preoccupazione per lo stato in cui versa la chiesa le cui foto sono state pubblicate nella sua stessa pagina facebook. Un modo per promuovere la salvaguardia di uno dei gioielli dell’architettura romanica, parte preziosa del patrimonio della città turritana, monumento unico in Italia per le caratteristiche del solaio in piombo, la doppia abside una di fronte all’altra e la cripta opera aggiunta successivamente alla costruzione della chiesa. Lo spostamento dell’asse delle colonne interne della navata meridionale non lascia dubbi. La basilica di San Gavino versa in uno stato di progressivo deterioramento che potrebbe finire per minarne la staticità e l’integrità.

A lanciare l’allarme era stato più volte don Mario Tanca, presidente del Centro Studi San Gavino e parroco della chiesa romanica che questa mattina ha fatto da guida a Vittorio Sgarbi insieme all’epigrafista Giuseppe Piras sottolineando che le criticità del monumento sono soprattutto di stabilità, a partire dall’erosione, nella parte esterna ed interna che richiede un monitoraggio continuo per fermare il degrado ormai inarrestabile. Le avanzate condizioni di deterioramento della parte meridionale della chiesa e delle decorazioni architettoniche sono apparse evidenti anche allo stesso critico d’arte, compreso il muro esterno con le sue decorazioni e bassorilievi che si trovano in uno stato di degrado avanzato a causa degli agenti atmosferici.

Ma a destare allarme sono i muri della navata meridionale, le colonne e i pilastri cruciformi che paiono non essere più in asse ed evidenziano uno spanciamento verso l’esterno con il rischio crollo delle mura dovuto al tetto in piombo che grava pesantemente sulle pareti. Il noto critico si è soffermato ad ammirare anche il dipinto sulla collazione di San Gavino datato 1849 di Antonio Casabianca, restaurato nell’83.


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