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Red 25 gennaio 2018
Siccità: la Regione punta sul riutilizzo
«Già stanziati 80milioni di euro nel 2017 per invasi e consorzi di bonifica. Puntiamo sul riutilizzo della risorsa e sulle nuove forme di approviggionamento», hanno annunciano gli assessori regionale Pier Luigi Caria ed Edoardo Balzarini nell´incontro di Tanca Regia


ABBASANTA - La Regione autonoma della Sardegna, con l’organizzazione dell’Assessorato dell’Agricoltura, ha creato un proficuo momento di confronto, come non accadeva da tempo, coinvolgendo i maggiori attori che a vario titolo hanno competenze specifiche sulla gestione della risorsa idrica. Climatologi e studiosi agroambientali delle università sarde, responsabili dei consorzi di bonifica, tecnici ed esperti della Regione e delle sue agenzie, portatori di interesse, cittadini ed amministratori locali si sono ritrovati ieri pomeriggio (mercoledì) alla tavola rotonda organizzata nel compendio dell’Agenzia Agris di Tanca Regia, ad Abbasanta. A fare gli onori di casa sull’appuntamento dal titolo “Acqua e siccità, gestione e governo della risorsa idrica”, gli assessori regionali dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, e dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini. Cambiamenti climatici, desertificazione, agricoltura di precisione ed uso oculato dell’acqua, risparmio idrico e recupero dei reflui, costi e qualità della risorsa, perdita delle condotte e desalinizzazione delle acque marine, sono stati i maggiori temi attorno a cui si è sviluppato l’appuntamento. Nel corso del dibattito finale, ha preso la parola, tra gli altri, il presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale Luigi Lotto.

«L’incontro nasce alla luce delle criticità emerse nel 2017 sul versante della siccità che ha investito tutta la Sardegna, ma anche per quello che si potrebbe affrontare nei prossimi mesi qualora non si dovessero avere precipitazioni rilevanti, che possano invertire un trend di piogge negativo». Così Caria, che ha aggiunto: «Non dobbiamo perdere neanche un secondo. La risorsa destinata agli usi civili, agricoli e industriali va governata. Dobbiamo quindi capire quanta acqua abbiamo a disposizione e in che quantità è presente sui territori. Sulla base di queste informazioni si possono stilare le priorità di intervento. Ragionare quindi su due livelli: uno di breve periodo e uno di più ampio respiro. Si possono riutilizzare sempre di più i reflui per la campagna irrigua? Lo scorso anno abbiamo già finanziato interventi del genere, all’interno del piano da 30milioni di fondi Fsc stanziato dal nostro Assessorato verso i Consorzi di Bonifica. È tuttavia necessario ragionare con i tecnici, così da valutare se siano percorribili altri strumenti come quelli dei desalinizzatori. Oggi – ha concluso l’assessore – abbiamo raccolto tante proposte e idee innovative. È vero siamo in una situazione di difficoltà, ma questo ci deve stimolare a trovare le soluzioni giuste per evitare momenti di criticità che condizionano il buon uso di una risorsa che va tutelata e gestita in modo responsabile».

«Di fronte alle criticità che stanno emergendo sul fronte dell'approvvigionamento idrico – ha dichiarato Balzarini – dobbiamo lavorare in un'ottica di sistema. Si tratta di una questione che riguarda tutta la Regione intesa nel doppio significato geografico e politico. È molto importante in questa direzione il lavoro che sta svolgendo la Cabina di regia sull'emergenza idrica, struttura tecnica istituita con deliberazione del Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino nel gennaio 2016 ed incaricata dei compiti di monitoraggio, verifica dei fabbisogni, con il coinvolgimento dei soggetti attuatori, e di proposta, al comitato istituzionale degli interventi per contrastare l'emergenza». Balzarini ha ricordato che l'attività di programmazione dell'uso corretto e sostenibile delle risorse idriche è in capo all'Autorità di bacino regionale, presieduta dal presidente della Regione, di cui fa parete l'assessore dei Lavori pubblici, dell'Agricoltura, dell'Ambiente e dell'Industria oltre ai rappresentanti degli Enti locali. «L'azione costante della Giunta Pigliaru per fronteggiare la crisi idrica si è poi dispiegata in azioni finanziarie concrete quali, ad esempio, lo stanziamento di 50milioni del Patto per la Sardegna, destinati al miglioramento della capacità di invaso dei bacini e alla loro messa in sicurezza. Altre preziose risorse poi vengono stanziate in base al Mutuo infrastrutture e al Piano nazionale invasi».

Sul tema delle infrastrutture è intervenuto anche l'amministratore unico di Enas Giovanni Sistu, che ha ribadito l'importanza degli interventi per rafforzare il sistema di intrerconnessione tra le dighe esistenti. Alberto Piras, direttore dell'Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, ha chiarito che l'attuale quadro dei bacini richiede massima attenzione ed un'accurata riflessione su un uso corretto della risorsa idrica. Giuseppe Bianco, responsabile del Dipartimento Meteoclimatico dell'Arpas, ha spiegato che «siamo davanti a un fenomeno siccitoso molto grave con una riduzione media della piovosità del 20-30percento con punte in certi casi del 50percento». Sulle buone pratiche dell’uso dell’acqua in agricoltura ha fatto un passaggio anche il direttore generale di Agris Sardegna Roberto Zurru, «esistono spazi enormi per aumentare l’efficienza dell’uso dell’acqua irrigua in termini di consumo per chilogrammo di prodotto coltivato e per il miglioramento della qualità dei frutti. Questo vuol dire che dobbiamo lavorare ancora tanto sulle tecniche agricole avanzate, che vanno trasmesse sempre di più agli imprenditori delle campagne». Al termine dei lavori, il presidente dell’Anbi Sardegna Gavino Zirattu ha chiesto che venga istituito un tavolo permanente per affrontare il tema della crisi idrica e per ridurre il costo dell’acqua a carico degli imprenditori agricoli.

Secondo i dati elaborati dal Distretto idrografico della Sardegna e tenendo conto che gennaio è storicamente il mese con la minor capacità di raccolta degli invasi, oggi nelle dighe dell’Isola ci sono 798milioni di metri cubi d’acqua. Il picco in positivo degli ultimi diciotto anni si era registrato nel 2010, con un miliardo e 693milioni di metri cubi. I punti più bassi invece nel 2001 e nel 2002, con 370 e 390milioni di metri cubi. Le situazioni maggiormente critiche vengono segnalate nel settore nord-occidentale (Alto Temo, Cuga, Bidighinzu, Surigheddu) con 17milioni metri cubi d’acqua (erano 32milioni nello stesso periodo del 2017); nell’Alto Coghinas (Sos Canales-Monte Lerno) sono invasati 11milioni contro i 31 dello stesso periodo dello scorso anno e nell’Alto Cixerri sono 990mila rispetto ai 4,2milioni di dodici mesi fa. Situazione difficile anche nel Basso Sulcis, dove la disponibilità idrica è passata dai 20,7milioni di metri cubi ai 10,6milioni.

Nella foto: un momento dell'incontro
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24/4/2024
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