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Red 17 febbraio 2018
Tumore al pancreas: intervento al Policlinico
Tumore asportato completamente dopo sette ore di intervento. «Giornata importante, una grande speranza per i pazienti sardi», dichiara il direttore della Struttura complessa di Chirurgia generale polispecialististica Pietro Giorgio Calò


CAGLIARI - È stato un successo l’intervento di asportazione di tumore al pancreas di oggi al Policlinico Duilio Casula. Il paziente (un 68enne) si è svegliato dopo sette ore sotto i ferri e sta bene. Un’operazione, la prima di altre, effettuata grazie al protocollo di intesa tra l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e l’Azienda ospedaliero universitaria integrata di Verona. Importante l’intenso percorso di formazione dei chirurghi della Struttura complessa di Chirurgia generale polispecialististica diretta da Pietro Giorgio Calò, che si avvale proprio della grande esperienza della struttura veronese, tra le più importanti al mondo a fare questo tipo di operazioni. Ieri mattina (venerdì), alle 8.30 in punto, sono entrati in sala operatoria Claudio Bassi, direttore della Chirurgia generale e del pancreas dell’Aoui (tra i massimi esperti mondiali di questo tipo di tumore), Calò ed il chirurgo dell'Aoui Massimiliano Tuveri. Si è tratto di un’operazione particolarmente complessa su un paziente affetto da tumore alla testa del pancreas. «È una giornata importante per tutti noi – dichiara Calò – e certamente una speranza in più per tanti pazienti sardi».

Il carcinoma pancreatico è una malattia molto aggressiva, che al momento della diagnosi si presenta nell’80percento dei casi in uno stadio molto avanzato. Rappresenta, nei Paesi occidentali, la quarta causa di morte per tumore. In Italia, si verificano più di 8mila nuovi casi l'anno, soprattutto nella popolazione adulta, ed ancora di più in quella anziana. In Sardegna, tra settanta e cento pazienti ogni anno necessitano di un intervento per neoplasia del pancreas a cui si aggiungono i più rari (ma non eccezionali) casi di neoplasie delle vie biliari e del duodeno. Solo il 20percento circa di questi tumori è asportabile radicalmente al momento della diagnosi. La chirurgia rimane oggi l’unico trattamento radicale per questa malattia. Nonostante ciò, circa l’80percento dei pazienti sperimentano comunque una recidiva entro tre anni dal trattamento chirurgico. La terapia è nella maggior parte dei casi multimodale. La chirurgia resta l’elemento terapeutico essenziale per garantire una sopravvivenza a lungo termine ed un'eventuale guarigione, ma non rappresenta più l’unica arma a disposizione per prolungare la quantità e la qualità di vita.

In base a dati epidemiologici del registro tumori degli Stati Uniti relativi al periodo 2007-2009, l’1.47percento della popolazione (una persona su sessantotto) nata in questi ultimi anni svilupperà un carcinoma del pancreas durante la vita, nella fascia di età più a rischio (tra cinquanta e settant'anni) lo 0,56percento degli uomini e lo 0,4percento delle donne. In ambito europeo, i dati dell’organizzazione non-profit inglese Cancer research relativi all’anno 2008 mostrano che l’incidenza cresce in maniera lineare con l’età, a partire dai quarant'anni con un tasso di medio standardizzato per età di nove casi su 100mila. La stima per l’Unione europea (sempre relativa all’anno 2008) è di 70mila nuovi casi. In Italia l’incidenza media standardizzata è di nove casi su 100mila nelle donne e di dodici casi su 100mila negli uomini. Stime affidabili ritengono che l’adenocarcinoma pancreatico nel 2030 sarà secondo solo al carcinoma del polmone come causa di morte per tumore.

Negli ultimi dieci-quindici anni, il panorama epidemiologico delle neoplasie pancreatiche è tuttavia radicalmente mutato. La causa va ricercata nella sempre maggiore diffusione ed applicazione sul territorio di metodiche radiologiche avanzate (la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica), che hanno permesso di diagnosticare un cospicuo numero di neoplasie ritenute un tempo estremamente rare, tra cui le neoplasie cistiche e le neoplasie neuroendocrine. Fino ad oggi, la metà dei tumori pancreatici dei pazienti sardi venivano operati nelle strutture extra-regione, in particolare l’Istituto Pancreas di Verona, Centro di riferimento nazionale per la chirurgia del pancreas riconosciuto a livello europeo ed internazionale; la struttura ricovera ogni anno oltre 1200 pazienti da tutta Italia. La maggior parte degli interventi eseguiti dall'equipe è rappresentata dalle resezioni pancreatiche maggiori che raggiungono oggi nel loro insieme quasi quattrocento casi l'anno, primo Centro nazionale e tra i primi cinque nel mondo, cui si aggiungono oltre 2mila duodeno-cefalo-pancreasectomie (intervento demolitivo della testa del pancreas considerato tra i più difficili in ambito chirurgico) nell'arco degli ultimi quindici anni. Questa esperienza rappresenta una delle prime quattro al mondo ed è stata riconosciuta dal Council della European hepato-pancreato-biliary association. La convenzione tra l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e l’Aoui di Verona definisce uno specifico protocollo diagnostico ed assistenziale per i pazienti affetti da patologie del pancreas, delle vie biliari e del duodeno che potranno ora essere operati al Policlinico. Inoltre, i pazienti operati a Verona potranno effettuare visite specialistiche e di follow-up all’Aou di Cagliari.
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