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Red 7 aprile 2018
Apre lo Teatrì di Ignazio Chessa
«Uno, cento, mille Lo Teatrì»: nasce ad Alghero un nuovo spazio per l’arte e la cultura. Inaugurazione oggi, negli spazi di Via Manzoni 85. Oggi alle ore 17 l'inaugurazione dello spazio indipendente


ALGHERO - 38metri quadrati e tanta voglia di fare e di sognare. Lo Teatrì apre i battenti oggi (sabato), dalle 17, in Via Manzoni 85, ad Alghero. Ad accogliere gli ospiti per la festa dell’inaugurazione, ci sarà l’effervescente padrone di casa: Ignazio Chessa, scrittore, poeta, attore ed instancabile organizzatore di eventi culturali (come “Pronto intervento show” e “Buon compleanno”), che valorizzano la cittadina catalana grazie all’entusiasmo di decine di musicisti, cantanti e performer. Tutti conquistati dalla capacità di Chessa di legare insieme arte ed inclusione sociale.

Lo Teatrì nasce, nel solco di queste esperienze, come spazio indipendente e punto di riferimento culturale per bambini, adulti, artisti desiderosi di esprimersi in libertà. Nonostante le dimensioni contenute (trenta poltrone in meno di 40metri quadrati), si propone come un piccolo «teatro stabile– spiega Ignazio Chessa – con una programmazione adatta a tutte le età: dalle prossime settimane, il sabato e la domenica i protagonisti saranno i bambini, coinvolti attivamente in spettacoli capaci di accendere la loro fantasia, mentre il venerdì toccherà agli artisti della stand up comedy». Non finisce qui: lo spazio di Via Manzoni è pronto ad accogliere anche mostre, soprattutto quelle curate dai bambini, presentazioni di libri, lezioni di tango, flamenco, trucco teatrale e realizzazione di costumi. E mille altre cose ancora, in base alla fantasia ed all’estro del momento.

La notizia dell’imminente apertura ha suscitato già numerose curiosità, in tutta la Sardegna. In molti hanno voluto fare da padrini e madrine, con un piccolo gesto simbolico: «l’adozione di un appendiabiti – racconta divertito Chessa – al prezzo di un ingresso pagato in anticipo». Un gruppo di artisti, poi, ha aiutato il padrone di casa nella realizzazione di arredi e decorazioni. «Un lavoro che mi ha tenuto impegnato anche per quattordici ore al giorno», ammette, stanco ma felice, il papà di Lo Teatrì. Che spiega di aver scelto per il palco, le scenografie, le pareti della sala e l’unico camerino «materiali accoglienti come il legno, il velluto, l’ottone. Niente plastica o colori troppi forti, squillanti, che ricordano le sale da gioco e fanno arrivare i bambini già nervosi. Qui, invece, ci sarà spazio per lo stupore e la meraviglia». Chessa è giustamente orgoglioso della sua creatura. Non conosce, però, la possessività: «In tanti – conclude infatti – mi hanno chiesto se non ho paura che mi rubino l’idea. Per niente! Anzi, spero proprio che ci sia un proliferare di tanti piccoli Lo Teatrì, tanto a me vengono sempre nuove idee».
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