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Red 17 novembre 2018
L'Isola ha la sua rete dei borghi
La Giunta ha approvato le linee guida per l´adesione alla “Rete dei borghi caratteristici di Sardegna”. «I piccoli centri sono un tesoro da valorizzare», ha sottolineato l´assessore regionale del Turismo Barbara Argiolas


CAGLIARI - Qualità ambientale, storicità e integrità del paesaggio urbano, presenza di attrattori turisti rilevanti e strutture ricettive, numero degli abitanti: sono questi alcuni dei parametri per l’adesione alla nascente “Rete dei borghi caratteristici di Sardegna”, fissati dalle Linee guida approvate dalla giunta regionale nell’ultima seduta e contenute in una delibera proposta dall’assessore regionale del Turismo, artigianato e commercio Barbara Argiolas. «Le nostre piccole comunità sono uno dei tesori più autentici della Sardegna – dichiara Argiolas – e vogliamo che diventino il fulcro di una offerta turistica strutturata, riconoscibile e sostenibile, capace di attrarre nuova domanda, sviluppare nuove stagionalità che si affianchino al balneare e valorizzino le zone interne dell’Isola dal punto di vista turistico».

La Rete dei borghi caratteristici di Sardegna è stata istituita dall’articolo39 della legge sul turismo, la 16 del 2017. Spiega Argiolas: «In Italia e in Europa, i borghi, sono una destinazione emergente che sta ottenendo crescente attenzione mediatica e richiama sempre più visitatori: offrono occasioni di turismo lento incentrate sulla condivisione di culture ed esperienze tra viaggiatori e abitanti locali, e permettono di immergersi nella storia, nella cultura, nelle tradizioni e nei sapori del territorio. È un’ascesa certificata anche dal Mibact, che ha celebrato “L’Anno dei borghi” nel 2017, con molteplici iniziative alle quali hanno partecipato anche la Regione e le nostre comunità». In Sardegna, sono cinquantasette i piccoli centri certificati dalle varie associazioni nazionali: sei “Borghi Bandiera arancione” (Touring club Italia), sei “Borghi più belli d'Italia” e quarantacinque “Borghi autentici d'Italia”. «I borghi – commenta la titolare del Turismo - sono un tassello fondamentale del progetto contenuto nel nuovo Piano strategico del turismo e basato su sostenibilità ambientale, economica e sociale, su tutela e riproposizione in chiave innovativa delle ricchezze materiali e immateriali dei piccoli centri».

Ecco i parametri individuati dalle Linee guida approvate dall’Esecutivo e condivise con l’Assessorato degli Enti locali. Prima di tutto, il numero degli abitanti, che dovrà essere pari o inferiore a 5mila: i Comuni più grandi, ma aderenti alle associazioni Borghi più belli d’Italia, Borghi Bandiera arancione (Touring club Italia) e Borghi autentici d’Italia, in possesso di tutti gli altri requisiti necessari all’iscrizione, potranno comunque chiedere una deroga. Poi, tra le altre cose, dovranno essere centri di antica formazione che: conservino l’originale modello insediativo, i caratteri costruttivi degli edifici riconoscibili e curino il decoro del centro urbano; abbiano attenzione per la gestione sostenibile del territorio; offrano servizi di informazione e comunicazione turistica; presentino attività organizzate ed aperte ai visitatori del borgo, di carattere culturale, tradizionale, sportivo, musicale e la produzione di “Filiere di qualità certificata” o di prodotti Doc, Docg, Dop, Igp nella rete commerciale e nei pubblici esercizi del borgo; ospitino strutture ricettive e di ristorazione aperte tutto l’anno.

«La Rete dei borghi caratteristici di Sardegna si propone come offerta di comunità che diventa turistica e culturale, improntata ad accoglienza e qualità, nei circuiti di promozione nazionali e internazionali. Nei borghi, infatti, ritroviamo un’idea di Sardegna incentrata sulle persone, la cultura e l’identità più autentica, dal quale può nascere uno sviluppo turistico sano, che valorizzi i progetti territoriali attraverso una governance centrale capace di creare relazioni tra tutti i soggetti coinvolti. La capacità dei centri minori di attrarre flussi turistici è legata alla partecipazione a “reti territoriali” e “reti di comunità”, che rendono fondamentale il protagonismo delle comunità nel loro insieme, e quello degli amministratori, operatori economici, sociali e culturali intorno a comuni interessi e obiettivi. Sarà così possibile anche attivare percorsi virtuosi dei territori che contribuiscano alla riduzione dello spopolamento nelle zone interne creino nuova occupazione. Inoltre - conclude l’assessore - il riconoscimento a livello regionale consentirà di beneficiare di incentivi finalizzati al mantenimento e al miglioramento degli standard richiesti per l’inserimento nella Rete e l’utilizzo di risorse comunitarie che l’Assessorato mette a disposizione proprio per i borghi». Sarà ora compito dell’Assessorato regionale del Turismo predisporre il Disciplinare che indicherà il procedimento amministrativo di riconoscimento come “Borgo caratteristico di Sardegna” dei Comuni sardi in possesso dei requisiti indicati nelle Linee guida.

Nella foto: l'assessore regionale Barbara Argiolas
Commenti
11:05
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27/3/2024
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