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Red 31 dicembre 2018
Sardegna: spesi tutti i fondi Por fesr
L´Isola centra (e supera di 13milioni di euro) l´obiettivo fissato dall´Europa a dicembre. «Grande risultato, risorse al sicuro e progetti di qualità», sottolinea l´assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci


CAGLIARI - La Sardegna centra l’obiettivo di spesa obbligatoria (N+3) dei fondi europei Por fesr per il 2018, riuscendo a certificare 13milioni di euro in più di quanto era richiesto. Tutte le risorse assegnate all’Isola sono dunque al sicuro: le ferree regole europee prevedono infatti che chi non riesce a raggiungere l’obiettivo N+3 perda automaticamente i fondi non spesi. Dal 2015 dunque, anno di approvazione del Fondo europeo per lo sviluppo regionale, la Regione autonoma della Sardegna ha certificato complessivamente 161,5milioni, a fronte dei 147,5milioni richiesti entro dicembre 2018, data del primo tagliando ufficiale di verifica con l’Europa sull’andamento della spesa.

«È un risultato di cui siamo molto soddisfatti, che ci riempie di orgoglio e ci stimola a procedere con ancora più rapidità per destinare tutti i fondi a nostra disposizione a progetti di qualità - dichiara l’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci - La novità, introdotta in questo ciclo, dei controlli in itinere sugli obiettivi senza aspettare la fine della programmazione, è un ulteriore impulso a lavorare bene e in fretta: siamo contenti dei risultati raggiunti e lavoriamo per migliorarli, a vantaggio della qualità della vita di tutti i sardi, perché i nostri sono progetti concreti, con ricadute reali nella vita quotidiana di tutti cittadini, migliorandola. Ringrazio per questo risultato l’Autorità di gestione Graziella Pisu e tutti coloro che con il loro lavoro e impegno quotidiano negli Assessorati, negli Enti locali e nelle agenzie, ne hanno permesso il raggiungimento. Il Fesr, con 930milioni di euro, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. A luglio scorso, in occasione del Comitato di sorveglianza, alla presenza del rapporteur della Commissione europea per la Sardegna Silvia Rescia e dei rappresentanti della Agenzia per la coesione territoriale, del Ministero dell’Economia e delle finanze e della Presidenza del Consiglio dei ministri, era già emerso notevole apprezzamento per l’andamento della spesa e la qualità dei progetti».

21,7milioni sono stati spesi per la ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione; 33,2 per l’agenda digitale; 32,2 per la competitività del sistema produttivo; 23,1 per energia sostenibile e qualità della vita; 10,8 per la tutela dell’ambiente e prevenzione dei rischi; 22,5 per la valorizzazione degli attrattori naturali, culturali e turistici. Infine, 7,7milioni sono stati spesi per la promozione dell’inclusione sociale e della lotta alla povertà e 10,4 per assistenza tecnica. Totale, 161,5milioni, ovvero 13 più dei 147,5 richiesti. Per superare l’esame europeo, in questa fase viene considerato soltanto il totale della spesa, senza il dettaglio dei singoli assi, che saranno invece monitorati ed analizzati uno per uno in occasione del “Performance framework”, previsto a maggio 2019, per poter avere diritto ad una quota di premialità. «Stiamo dimostrando di essere una Sardegna dinamica, che si sta muovendo, pronta a cogliere le nuove sfide dell’innovazione e dell’alta tecnologia - sottolinea il vicepresidente della Regione - Quando ci siamo insediati abbiamo fatto una corsa contro il tempo pazzesca per recuperare i ritardi della precedente programmazione e siamo riusciti a non perdere neanche un euro. Oggi siamo ancora più forti di questo risultato, in cui abbiamo sempre creduto e per il quale ci siamo impegnati ma che non era affatto scontato. I fondi europei sono un’occasione preziosa, dobbiamo essere capaci di sfruttarla al meglio e fino in fondo: la Sardegna, in questi cinque anni, ha dimostrato di esserne capace», conclude Paci.
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