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Porto Torres 24notiziealgheroPoliticaCosteZero posidonia a Scala Erre: «boomerang»
A.S. 12 febbraio 2019
Zero posidonia a Scala Erre: «boomerang»
Scala Erre rifiuta la posidonia vagliata ad Alghero (che è già previsto vada smaltita in altri impianti): per Marco Tedde si tratta di un vero e proprio atto di belligeranza fra un candidato del Pd (Sanna) e il sindaco Bruno che sostiene un suo diretto concorrente in questa campagna elettorale. Risponde direttamente Bruno: lui i cumuli di posidonia li ha messi e noi li elimineremo


ALGHERO - Accantierati i lavori che porteranno alla definitiva chiusura dei siti di stoccaggio realizzati dal 2007 dalle spiagge di Alghero, spunta oggi (12 febbraio) la lettera (datata 10 gennaio) del Comune di Sassari, ente proprietario dell'impianto di Scala Erre, nella quale il competente settore Ambiente non accoglie la domanda del Comune di Alghero (e indirizzata alla Regione) per il conferimento di circa 10mila mq. di posidonia vagliata. Apriti cielo: per il candidato di Forza Italia in Regione, Marco Tedde, il problema starebbe tutto nella presunta guerra che il sindaco di Sassari (Sanna) avrebbe messo in atto contro il municipio catalano. Il motivo? Perchè Bruno sosterrebbe un'altro candidato. Per Tedde si tratterebbe insomma, «di una situazione paradossale, che calpesta a pie’ pari ogni principio di leale collaborazione fra enti».

In realtà il problema dello smaltimento di grandi quantitativi di posidonia era ben noto agli uffici comunali algheresi, sia sul versante più strettamente legato agli impianti (molti lavorano a regime), sia sotto l'aspetto legato ai costi. I problemi di Scala Erre, infatti, sono espressi nella nota di gennaio: nel gennaio 2018 ha ampliato il bacino dei comuni conferenti nell'impianto con l'inserimento dei Comuni della Bassa Valle del Coghinas e dell'Anglona; dal mese di luglio 2018, ha estenso il conferimento anche a tutti i comuni delle Province di Nuoro e dell'Ogliastra, con un notevole sovraccarico pari al 50% del quantitativo giornaliero ammissibile. In definitiva: «c'è il rischio che entro i primi 10 giorni del mese di maggio 2019, venga esaurita la volumetria autorizzata disponibile alla coltivazione».

Non si fa attendere nemmeno la risposta del sindaco Mario Bruno, a quella che ritiene «una polemica inutile, priva di alcun senso, un vero boomerang per chi quel sito lo ha ideato e realizzato». «Marco Tedde se ne faccia una ragione: lui i cumuli di posidonia li ha messi e noi li elimineremo. Indietro non si torna. Gli uffici sono pronti a perfezionare il conferimento in un impianto autorizzato. È invece urgente cambiare normativa perché altrimenti risulta difficile utilizzare la posidonia in agricoltura e come sottoprodotto, ed è un paradosso portarla in discarica come quest’anno in parte faremo, con aggravi di spese e maggiori costi. Tedde invece di abbaiare alla luna perché non si è fatto parte attiva nei suoi ruoli istituzionali comunali e regionali? Che faccia tosta. In ogni caso noi la spiaggia di San Giovanni la libereremo. E il cantiere è già in atto» conclude Mario Bruno.
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