Prosegue oggi, con la terza giornata, il Festival Jazz a Santa Teresa Gallura, dopo le prime due giornate ricche di eventi musicali di spessore, salutati con larghi applausi dal pubblico presente
SANTA TERESA DI GALLURA - Prosegue sabato con la sua terza giornata il “Festival Jazz Musica sulle Bocche” a Santa Teresa Gallura, dopo le prime due giornate ricche di eventi musicali di spessore, salutati con larghi applausi dal pubblico presente.
Tempo meraviglioso, brezza leggera e un bel sole ha accompagnato tutto il venerdì musicale, iniziata a mezzogiorno in punto sulla Spiaggia di Rena Bianca. Attesissimi da chi già li conosce, accolti con sorpresa e curiosità da chi li vede arrivare per la prima volta, i componenti della Bandakadabra si dispongono sulla battigia per le lezioni di acqua-gym jazz che tonificano mente e spirito. Perché si ride, si scherza, si gioca, ma si impara anche sempre qualcosa ad ascoltare la banda torinese, che da molti anni conduce anche le lezioni del "Jazz Raccontato ai Bambini". La lezione è stata come sempre affollata di bambini, puntualissimi con i loro genitori, e curiosissimi. Sono molti quelli che ritornano per più anni, felici di ritrovare i docenti musicisti. Il batterista UTGandhi, affiancato dal chitarrista Marcello Peghin e dal pianista Enrico Zanisi, a cui più tardi si è aggiunto anche Gipo con la sua grancassa e la sua verve comica che trascina tutti in un effervescente coinvolgimento di ritmi. Così il Festival Musica sulle Bocche trasmette allegria, ma anche conoscenza e passione per la musica jazz. Poi, il festival ha fatto scoprire una nuova location, mai utilizzata finora per gli spettacoli della rassegna: il santuario campestre della Madonna di Buoncammino, a qualche chilometro dal paese, che ha ospitato il concerto dell'ensemble vocale In Cantigas. In serata, i concerti serali nella Piazza Santa Lucia si sono aperti con il duo Blue Africa, con il pianista Claudio Cojaniz e Franco Feruglio al contrabbasso. Il duo si esprime dentro atmosfere d’Africa, viaggiando in modo originale tra nenie materne ed infantili, evocazioni di blues astrali e danze rituali.
Poi, come da programma, il secondo intervento di Mario Tozzi che racconta la sua Sardegna. Variazioni ed approfondimenti rispetto al primo incontro, per ribadire che la geologia, scienza esatta, racconta in modo inequivocabile l'arcaicità dell'isola, e la storia, scienza umana, la si potrebbe riscrivere anche a partire dai dati incisi sulla terra e sulle rocce. In chiusura di serata, uno dei concerti più attesi di questa edizione. Il grande Enrico Rava ha incontrato il gruppo guidato da Enzo Favata ai sassofoni e clarinetto basso, con Peghin alla chitarra elettrica, Danilo Gallo al basso elettrico e Gandhi alla batteria, nel progetto "Tha Dark Side of Jazz". Atmosfere che rievocano gli Anni Settanta, la forza propulsiva del rock progressivo, le aperture senza confini della psichedelica, attraverso l'estensione sonora dei suoni elettrici ed elettronici. Niente ovvietà comunque, nei riferimenti e nelle citazioni musicali, dai Pink Floyd al Miles elettrico fino al "Riders on the Storm" dei Doors. Tutto filtrato da una profonda conoscenza dei materiali e da un interplay di grandissima intesa, il risultato è stato un concerto intenso, concentrato, con un pubblico che ha dimostrato il suo entusiasmo con larghi applausi e ovazioni. Lo spettacolo è stato rafforzato dalle visionarie immagini elaborate in diretta dai Qoelet Pro, con la tecnica vj e video-mapping.
Il festival prosegue sabato come da programma: il concerto di Peghin nella chiesa campestre di Buoncammino in solo con i diversi strumenti a corda che suona abitualmente, chitarra a dieci corde, chitarra baritono, viola caipira, dà modo al chitarrista di esprimere tutta la sua ampissima cultura musicale, oltre ad essere molto vario nelle timbriche e nel repertorio di riferimento, da Villa Lobos ad Egberto Gismonti. Lo spazio della piazza di Santa Lucia accoglie il giovane, ma già pluripremiato, trio dei JazzyBit provenienti dalla Romania con Teodor Pop al piano e organo, Nihai Moldoveanu (chitarra e basso) e Csongor Szabo alla batteria e percussioni. A seguire, un intervento della Fondazione Nurnet per la divulgazione della conoscenza del patrimonio archeologico attraverso i mezzi digitali, e in conclusione di giornata l'interessante progetto originale di due chitarristi, Battista Giordano e Stochelo Rosenberg, che fanno incontrare attraverso il comune linguaggio del jazz le rispettive tradizioni musicali di provenienza, la Sardegna e il popolo Sinti, con un riferimento d'obbligo al grande Django Reinhardt.
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