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Mariangela Pala 24 settembre 2014
Gabriele Eretta, rapper e turritano quanto basta
Gabriele Eretta, cantante rap di Porto Torres presenta il suo nuovo videoclip “Provinciale quanto basta”, da qualche giorno sul web, che anticipa l’uscita imminente del suo primo Ep da solista “Zero vincoli Ep”


PORTO TORRES - Il rap, la musica della cultura hip hop, quella "parlata" seguendo un certo ritmo, una tecnica vocale eseguita da un Mc (freestyler), e accompagnata da un Dj (turntablist, beatmaking,scratching). Questa è la cultura che da sempre appassiona Gabriele Eretta rapper autodidatta, con una prima esperienza da solista e un Ep che sarà capace di scardinare molti preconcetti sul rap. Gabriele Eretta, classe 1987, cantante rap di Porto Torres presenta il suo nuovo videoclip “Provinciale quanto basta”, da qualche giorno sul web, che anticipa l’uscita imminente del suo primo Ep da solista “Zero vincoli Ep”, scaricabile gratuitamente dal sito di ergobeat, a partire da domani 25 settembre. Gabriele racconta della sua evoluzione di cantante e del suo incontro con la scena rap e l’hip hop, un’interazione fra suono ballo e canto.

Partiamo dalla genesi: la sua esperienza nella musica “parlata” ha inizio circa dieci anni fa, una passione che condivide subito con Antonio Tilocca (voce e autore) e Andrea Falchi (Dj) con i quali nasce nel 2004 il gruppo portotorrese “Volti estranei”, prima come Crew di aspiranti writers e subito dopo come gruppo rap hardcore. «Ho iniziato un po’ per gioco con i miei due amici che in questo nuovo progetto da solista ho abbandonato temporaneamente – racconta Gabriele Eretta - scrivo io le mie canzoni e per fare musica utilizzo dei campionatori e dei computer software». Diplomato all’Istituto tecnico nautico nel 2006, lavora nel settore elettrico presso la zona industriale di Porto Torres. Non ci scomodiamo a trovare una definizione per Gabriele, lui ha già le idee chiare: cantante rapper di protesta. Insieme al gruppo “Volti estranei” ha pubblicato nel 2009 alcuni videoclip e nel 2010 un Cd “ Noi e il resto”, un progetto realizzato attraverso l’Akai mpc, campionatore e strumento musicale molto in voga negli anni 90' e 2000, soprattutto nell'hiphop statunitense, la base su cui si impostano i testi dei brani cantati che affrontano i temi sociali di denuncia e protesta.

«Nel corso degli anni ho collaborato con alcuni artisti locali (Stranos Elementos), della Sardegna e di livello nazionale underground (Rapcore), inoltre ho avuto il piacere di collaborare con gli Enigma della "machete crew" alla realizzazione del singolo "Olimpiade" da cui è stato tratto il videoclip realizzato da me, che ha contribuito a darmi visibilità a livello nazionale come beatmaker. Ora mi accingo a realizzare un nuovo Cd con il mio gruppo» dichiara Eretta. Nel frattempo, lavorandoci tutti i giorni, è riuscito a concepire un’idea da solista, un po’ faticosa, che smussata qua e là è diventata un videoclip “Provinciale quanto basta” in cui racconta se stesso. Si tratta di un Ep, un promo, una sorta di mini Cd utilizzato di solito per farsi ingaggiare dalle case discografiche, contenente sei brani tutti scritti e mixati da lui, che trattano argomenti personali, rivendicando ciò che succede nella musica hip hop e non solo, in Sardegna, spesso distaccata dal resto del panorama musicale italiano.

«E’ vero che l’isola un po’ ci penalizza, ma non dobbiamo porci delle barriere che ci impediscono di fare le cose che vogliamo e che sappiamo fare», sottolinea Eretta. Anche a Porto Torres la cultura musicale sta crescendo ed evidentemente se non si gioca più al massacro contro il rapper è anche perché ci sono cose molto interessanti in giro che hanno una propria forza. «Ci accorgiamo sempre in ritardo delle cose positive che facciamo, cose apprezzabili che molti giovani a Porto Torres sono in grado di fare, e non soltanto nella musica», conclude Eretta. Nel videoclip si denuncia con semplicità la quotidianità con cui è facile immedesimarsi, un susseguirsi di momenti di vita, in cui si ritrova ancora, perché è insita nel rap, quella parte di “pancia” che non può mancare.
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