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A.B. 17 ottobre 2014
Expo2015: «puntiamo sulla Sardegna»
In vista dell’importante appuntamento mondiale, nel settore agroalimentare, l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras consiglia di puntare sui prodotti isolani


MACOMER - Sviluppo sostenibile del comparto agricolo, promozione delle reti d’impresa, qualificazione dei prodotti, crescita e sostegno delle aziende sarde sui mercati internazionali. «La filiera agroalimentare è anche filiera dell’Amministrazione Regionale: questo è il nostro obiettivo». L’ha affermato a Macomer l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras intervenendo, insieme all’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, ad un convegno organizzato da “Confindustria Sardegna Centrale”. «Abbiamo intrapreso un lavoro proficuo – ha spiegato l’assessore Piras in riferimento all’azione congiunta avviata con la collega dell’Agricoltura – stiamo dialogando con le aziende, pianificando eventi e programmi di internazionalizzazione, costruendo strategie comuni». La titolare dell’Industria ha ricordato che l’evento sul quale la Giunta Pigliaru ha deciso di puntare le carte migliori è l’“Expo 2015” di Milano.

«Entro fine anno contiamo di presentare al confronto con le parti economiche e sociali il Piano per l’Internalizzazione, base per la programmazione triennale delle iniziative di promozione e sostegno all’export. Si tratta – ha aggiunto – di un asset fondamentale inserito nel Piano Regionale di Sviluppo”. L’obiettivo è affermare l’immagine della Sardegna come“terra delle qualità della vita”, con un sistema di iniziative orientate a creare occasioni di commercializzazione dei prodotti agroalimentari. “Expo 2015– ha detto l’assessore Piras – sarà un importante banco di prova per sperimentare la creazione di un canale promozionale interamente dedicato al Prodotto Sardegna”. L’analisi tracciata nel corso dell’incontro di Macomer ha tuttavia evidenziato un comparto in chiaroscuro. L’industria alimentare sarda, con quasi 168milioni di euro, costituisce il 37,5percento dell’intero export, esclusi i prodotti petroliferi. A farla da padrona è l’industria lattiero-caesaria che da sola rappresenta il 67percento dell’export, per lo più verso il mercato nordamericano (56percento) mentre l’Unione Europea si ferma al 30percento.

Un altro dato utile è quello che compara l’export italiano dei prodotti agricoli, alimentari e delle bevande degli ultimi dieci anni con quello sardo. Dal 2004 ad oggi, il dato nazionale è cresciuto del 61percento contro il 25percento regionale. Peraltro, mentre l’agroalimentare italiano ha evidenziato un andamento costante, quello sardo concentra la sua performance negli ultimi tre anni, in coincidenza con un forte incremento delle produzioni lattiero-casearie. «Purtroppo esiste un problema di filiera corta – ha concluso il delegato regionale Piras – la componente agricola e quella della trasformazione non sembrano collegate a sufficienza. Ecco perché è necessario puntare sull’aggregazione delle imprese, sostenendole nel mercato internazionale e assicurando strumenti, anche finanziari, più adatti ai loro progetti di sviluppo».
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