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Mariangela Pala 21 novembre 2014
Disservizi Abbanoa: la «ribellione» della comunità turritana
Con una rabbia profonda i cittadini di Porto Torres hanno accolto mercoledì il responsabile dei Servizi alla clientela Abbanoa, Ivo Picciau, e il Responsabile dello Sportello telematico, Alberto Urpi


PORTO TORRES - Con una rabbia profonda a volte irrefrenabile i cittadini di Porto Torres hanno accolto mercoledì i rappresentanti dell’ufficio conciliazione del gestore della rete idrica Abbanoa, il responsabile dei Servizi alla clientela, Ivo Picciau, e il Responsabile dello Sportello telematico, Alberto Urpi. E non poteva essere diversamente in una città che si è dovuta misurare sempre, più volte nell’arco di questi ultimi anni, con i disservizi dell’approvvigionamento idrico. Così l’assemblea convocata dall’associazione "Civiltà è Progresso" di concerto con l'Amministrazione comunale, in cui era presente anche il sindaco Beniamino Scarpa, si è trasformata in un duro atto d’accusa contro il gestore del servizio idrico integrato. In una sala Filippo Canu stracolma di gente, il sentimento prevalente è stata la rabbia, che si è declinata in modi diversi, a seconda del ruolo e della sensibilità dei presenti.

Tante le richieste fatte, come l’apertura di uno sportello legale al fine di avviare le cause civili per riconoscere ai cittadini, danneggiati dall’erogazione “non potabile”dell’acqua, un equo risarcimento. Le proteste nascono dall’esigenza di poter consumare acqua potabile, pulita e soprattutto per avere la possibilità di berla dai rubinetti. Stanchi delle continue ordinanze di limitazione uso dell’acqua, di vedere acqua “sporca” e maleodorante che sgorga dai rubinetti di gran parte dei quartieri di Porto Torres, dove l’ordinanza vige in continuazione, i cittadini chiedono perché non venga distribuita acqua potabile attraverso quei canali utilizzati da Abbanoa, in base all’accordo del 2006 quando è stato trasferita la gestione idrica. Al gestore unico, considerato inadempiente e inflessibile, l’associazione “Civiltà è Progresso” chiede la rivisitazione delle bollette con cifre rilevanti, la sospensione delle intimidazioni al pagamento, un tavolo di transazione e conciliazione per riconoscere un equo indennizzo ai cittadini per i danni subiti, bollette leggibili e uno sportello Abbanoa con personale qualificato, abilitato ad offrire assistenza agli utenti. Ma soprattutto si chiede di annullare le richieste dei depositi cauzionali perché illegittimi, pretesi per sanare i bilanci di una società in fallimento.

I rappresentanti dell’azienda Abbanoa hanno chiesto un dialogo per alleviare i disagi e trovare un accordo da formalizzare con l’amministrazione comunale, elencando possibili soluzioni che non hanno convinto il pubblico presente. Si sono poi susseguiti una serie di interventi da parte dei cittadini. Tanti gli esempi eclatanti dei disservizi che tuttora coinvolgono gli utenti. «Sono costretto a recarmi dall’altra parte della città perché la mia famiglia possa farsi la doccia, e ad acquistare acqua in bottiglia per gli usi igienici ed alimentari, tutto a mie spese», protesta Andrea Eriu. Dalla platea Gianni Frassetto, ex amministratore, sottolinea che Porto Torres ha ceduto le reti idriche e i pozzi che coprono il 40% del fabbisogno di acqua in città: «Noi vi abbiamo fornito l’acqua potabile e voi ce l’avete restituita avvelenata». Intanto il sindaco fa sapere che si è giunti ad approvare il protocollo attraverso cui il gestore della rete idrica si impegna a prendere in carico le istanze sulle fatturazioni dei cittadini di Porto Torre. La documentazione sarà inviata all’azienda che si è impegnata a prendere in carico le richieste di conciliazione. Previsto nel protocollo, anche uno sportello per segnalare ad Abbanoa le “bollette pazze”, le fatturazioni pluriennali scadute e non scadute, le prescrizioni e le altre anomalie del servizio idrico.
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