Nello sgombero del campo rom ad Alghero due generazioni a confronto: la malinconia degli anziani e l´entusiasmo dei giovani verso una nuova vita
ALGHERO - Più di trent'anni spazzati via in poche ore: è stato chiuso oggi il campo rom alle porte di Fertilia con 11 famiglie sistemate in abitazioni, e una temporaneamente in un terreno sempre di privati [
GUARDA]. Un'area gravata da due ordinanze di sgombero e ad alto tasso di inquinamento dove era necessario intervenire per tutelare la salute pubblica.
Del disastro ambientale la comunità rom algherese è la principale responsabile, «ma i più piccoli non devono scontare le colpe di chi li ha preceduti» ha detto in conferenza stampa l'assessore ai Servizi Sociali Nina Ansini [
GUARDA]. E sono proprio i più giovani che questa mattina ringraziano «per questa possibilità, di una nuova vita, di un lavoro e di sposarmi per avere dei bambini che non vivono nel fango».
E' più difficile per gli anziani, il più vecchio non è riuscito ad andare al Centro Servizi Anziani. E poi c'è Bairo, uno dei capostipiti, la tristezza è tutta nelle sue parole ma ancora di più nel suo sguardo malinconico: «so quello che lascio ma non quello che trovo. Ci voleva più tempo» (andrà temporaneamente in un bed&breakfast prima di essere trasferito in un appartamento ndr). Ma la sensazione è che non sia il tempo, ma lasciarsi dietro una storia, un ciclo che non potrà più riaprirsi.
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