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M. P. 4 marzo 2015
«Riprendiamoci il porto turritano»
Le problematiche del porto di fondamentale importanza per lo sviluppo economico futuro della città di Porto Torres, al centro dell’intervento del candidato a sindaco di Autonomia popolare, Massimo Mulas


PORTO TORRES - Le problematiche del porto di fondamentale importanza per lo sviluppo economico futuro della città di Porto Torres, al centro dell’intervento del candidato a sindaco di Autonomia popolare, Massimo Mulas: «La realtà delle cose, vede un allontanamento sistematico dal tessuto sia cittadino sia produttivo dell'ente “Autorità Portuale”, nato per tutelare ed accrescere le attività portuali». Mulas intravede, pertanto, la possibilità di un cambio di rotta con la costituzione di un’ azienda capace di gestire direttamente lo scalo turritano.

»Se vogliamo che il nostro porto possa incanalarsi verso una naturale vocazione turistica, dovrà essere richiesto a gran voce il cambio di destinazione d’uso delle banchine, soprattutto per il bacino storico, che solo così potrà essere liberato da quegli orrendi manufatti zebrati e dalle reti da pollaio che oggi vi sono». Così l’ex consigliere regionale che sostiene come queste siano le premesse per poter avviare i bandi in concorrenza trasparente, per la gestione dei pontili galleggianti per imbarcazioni da diporto medio-grandi, rendendo l’infrastruttura portuale appetibile ad eventuali investitori.

Vanno intercettati, inoltre, i fondi comunitari per poter rendere fruibile ai cittadini, siano essi provenienti dal centro storico o dalle imbarcazioni ormeggiate, le aree ampie che oggi sono precluse da una prevista port-security che non ha ragione d'essere, visto ormai la quasi totale assenza di attracchi in sicurezza presso la dogana Segni. «Dobbiamo cambiare destinazione d'uso allo spettro dell'ormai ex-mercato ittico, coinvolgendo quella poca marineria coraggiosa rimasta a lottare con la burocrazia cieca e sorda, perché siano loro uniti, a gestire l'immobileda destinare alle attività della pesca».

Per Mulas l'uscita dall'autorità portuale, creerà uno scompenso economico nel breve periodo, che dovrà essere colmato, dalla intraprendenza e dalla trasparente programmazione di chi saprà favorire la creazione di traffici e servizi che possano stare sul mercato, in una gestione più privata che pubblica degli scali, così come avviene in modo ottimale, in realtà come ad esempio i Paesi Bassi. Tutto ciò per riconquistare il porto «tutelando i pochi operatori che vi operano, affinché crescano di numero e riportare storicamente lo scalo turritano ai vecchi fasti», conclude Mulas.
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