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Daria Chiappe 28 marzo 2015 video
Paola Gassman, Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi| Video
Raccontare la solitudine e il bisogno di affetto degli anziani al fine di far riflettere sul loro triste stato di abbandono. Questo l’obiettivo dello spettacolo “La vita non è un film”, andato in scena al Civico di Alghero ed interpretato, con velata comicità, da Paola Gassman, Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi


ALGHERO – Pochissimi i posti lasciati vuoti al Teatro Civico di Alghero per “La vita non è un film”, lo spettacolo di Doris Day andato in scena martedì scorso, come penultimo appuntamento della Stagione di Prosa 2015 del Cedac nella città catalana. Ad attrarre il noto cast, formato dalle attrici Paola Gassman, Lydia Biondi e Mirella Mazzeranghi, uniche protagoniste di una storia di amicizia, di vecchiaia e solitudine. Una storia triste, smorzata tuttavia dalla comicità insita nell’austerità di Augusta, nella confusione di Amalia e nella sbadataggine di Angelina, ma non abbastanza da riuscire a nascondere l’amarezza della loro esistenza.

Così fredda e desolata da spingere le tre amiche sessantottenni a sopportarsi, a farsi compagnia il giorno di Natale, a considerarsi bersagli su cui sfogare delusione e repressione e spalle su cui piangere la miseria e l’incuranza dei figli. Ecco quindi che la rigidità di Augusta, l’evadere dalla realtà di Amalia e l’inconsistenza di Angelina appaiono immediatamente come corazze, come difese nei confronti di una vita che ha dato e tolto tanto. Una presa di coscienza alla quale il pubblico arriva gradualmente, man mano che fallisce il tentativo, da parte delle tre, di tenere nascosti i propri drammi e di trascorrere un giorno di festa «senza cadere in provocazioni», per lasciare invece spazio a rivelazioni inattese e note sarcastiche, che rompono così l’ipocrita regola secondo cui “ a Natale si è tutti più buoni”. Ad un certo punto infatti l’aggressività fisica e verbale entra nella bianchissima casa di Amalia, dove presto si diffonde un’atmosfera grigia, che niente più ha a che fare con il candore e la purezza iniziale dell’abitazione addobbata a festa.

Un mondo cupo, quello portato in scena dal regista Claudio Bellanti, popolato da vecchi abbandonati al proprio destino, alla propria malinconia e desiderio di affetto. Tutti problemi questi affrontati, se pur attraverso il registro della commedia e la chiave non sempre adeguata del sarcasmo, nella speranza di indurre gli spettatori a riflettere. Troppe però forse le risate che hanno distolto da un esame più serio e profondo, tuttavia non impedendo al pubblico di giudicare buono lo spettacolo e applaudire il famoso trio. Calato ora il sipario sulle tre “A” (Amalia, Augusta, Angelina), gli amanti della prosa torneranno a teatro in occasione del gran finale della Stagione 2015, che si terrà il 16 aprile con “La mia Odissea” di Marina Thovez.

Nella foto: una scena dello spettacolo
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