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Bruno Costantino 27 marzo 2015
L'opinione di Bruno Costantino
Obiettivi ed esigenze per le banquettes


In questi giorni è alla ribalta l’argomento pulizia degli arenili e il “sempreverde” problema della posidonia spiaggiata. Si perché di problema si tratta. La definizione in wikipedia è chiara: Un problema, comunemente inteso, è un ostacolo che rende difficile raggiungere un determinato obiettivo o soddisfare una certa esigenza….etc. Le parole chiave sono “obiettivo” ed “esigenza”, ed è qui che si apre il dibattito: obiettivo ed esigenza...da parte di chi? Quali e quanti sono i soggetti in gioco? Tanti! La difficoltà nel risolvere il problema stà proprio nel cercare di non scontentare nessuno, e quindi il problema non ha facile soluzione. Da una parte gli ambientalisti insieme a coloro che ritengono che la posidonia spiaggiata, una volta che forma le “banquettes“, contribuisce a bloccare il fenomeno di erosione dell’arenile e di conseguenza sostengono che non vada assolutamente asportata dalle spiagge, magari informando i turisti con della cartellonistica che spiega che la posidonia è un prodotto della natura, sinonimo di mare pulito e sano e non un rifiuto che sporca le spiagge.

Dall’altra gli operatori del settore turismo insieme a coloro che ritengono che la maggior parte dei turisti che viene ad Alghero venga qui non solo per la bellezza del centro storico, per la cultura e la storia che circonda il nostro territorio, per le bellezze paesaggistiche, ma anche e/o soprattutto per la balneazione. Questi sostengono che la posidonia spiaggiata sia un grande problema. Per i primi l’obiettivo è chiaro: salvare l’ambiente, e l’esigenza di fare il bagno è soddisfatta facendolo in zone dove non c’è posidonia oppure posando l’asciugamano sopra la posidonia stessa e il problema è risolto.
Per i secondi l’obiettivo di salvare l’ambiente è ovviamente condiviso, ma le esigenze sono diverse. Gli interessi in gioco sono ben altri: investimenti, occupazione, sviluppo economico, immagine, fruibilità degli arenili, salvaguardia dei posti di lavoro. Una cosa è certa: la posidonia spiaggiata impedisce a tutti (turisti e non) la normale fruizione degli arenili, rende impraticabili diverse attività esercitabili sulle spiagge, crea danno all’economia della città, mette a rischio le prenotazioni alberghiere (tempo fa un tour operator minacciò di richiesta di rimborso danni un albergatore in quanto nel depliant erano fotografate spiagge di sabbia bianca ma ad aprile le spiagge erano ricoperte di posidonia), crea problemi di salute pubblica per i fenomeni di putrefazione.

Il mio parere è che così come è vero che le “banquettes” di posidonia impediscono alle mareggiate di erodere l’arenile, nello stesso modo impediscono alle mareggiate apportatrici di sabbia di depositare i preziosi granelli bianchi. Il problema dell’erosione non lo si risolve di certo con le banquettes, queste possono si contribuire ad attenuare il fenomeno ma di certo non sono la soluzione, le mareggiate di quest’inverno ci hanno fatto vedere a giorni alterni la spiaggia completamente ricoperta di alti strati di posidonia e il giorno dopo la spiaggia perfettamente pulita e liscia. Il problema dell’erosione è ovviamente da ricercare nelle correnti marine che negli ultimi 30 anni hanno subito diverse modifiche a seguito di interventi di diversa natura. È palese che se l’arenile sta crescendo nell’area di San Giovanni a ridosso del porto, significa che la risultante delle correnti è positiva verso quella zona e pertanto si dovrebbe intervenire per ricreare una situazione di equilibrio. Trovo inoltre scandaloso che l’area di San Giovanni venga utilizzata come una “discarica”, che è cosa ben diversa dalle aree di stoccaggio previste dalla normativa. Quell’area ha a mio avviso una valenza sociale e turistica di immenso valore, è un arenile al centro della città, a 600 metri da piazza Civica, se ripulita potrebbe essere utilizzata come spiaggia per elioterapia, per attività sportive e ricreative, scuole vela, concerti, spiagge per cani e mille altri usi, tranne che discarica, e continuo a chiamarla così perché non è ricoperta solo da posidonia.

La normativa che regola l’asportazione della posidonia spiaggiata è la DETERMINAZIONE RAS N.942 DEL 7 Aprile 2008 stilata sulla base delle indicazioni citate nella circolare del MAT 8123 del 2006, che fra le varie cose, oltre ad indicare “Le operazioni di pulizia della spiaggia possono avere inizio preferibilmente con decorrenza dal 15 (quindici) aprile …”, scrivono anche “Qualora il mantenimento in loco dei banchi non sia compatibile con le esigenze della balneazione, le Amministrazioni comunali e i titolari delle concessioni, dopo aver portato a termine la pulizia della spiaggia dai rifiuti, sono autorizzati alla rimozione dei banchi di posidonia secondo le seguenti prescrizioni:….” Fra queste “Nei casi in cui si verifichino oggettive condizioni di incompatibilità fra gli accumuli di posidonia e la frequentazione delle spiagge (ad esempio in caso di fenomeni putrefattivi o di mescolamento dei detriti vegetali con rifiuti), l’Amministrazione comunale e i titolari di concessioni demaniali marittime devono rimuovere permanentemente la posidonia spiaggiata e curare il conseguente smaltimento secondo la vigente normativa. Lo smaltimento può avvenire solo a seguito dell’esecuzione delle operazioni di essiccazione e separazione del fogliame dalla sabbia che deve essere ridistribuita nella spiaggia.“ ma vi è anche scritto che “una volta eliminati tutti gli eventuali rifiuti, la posidonia deve essere accumulata temporaneamente in zone appartate della stessa spiaggia in strutture di contenimento, quali tutori infissi nella sabbia raccordati da rete a maglia fitta o simili, che ne assicurino l’aerazione ed evitino la dispersione eolica ed i cattivi odori“.

Da queste indicazioni si deduce che: la pulizia degli arenili può essere effettuata prima del 15 Aprile, la posidonia spiaggiata può essere smaltita, lo stoccaggio a San Giovanni lo si è sempre fatto in modo discutibile. Per quanto attiene al sistema di pulizia degli arenili adottato in questi giorni e tanto contestato da diverse parti ritengo che sia davvero difficile rendere le spiagge fruibili per la balneazione senza effettuare i lavori così come sono stati fatti. l’arenile in questione è composto da vari strati alternati di sabbia e posidonia, ed è facile immaginare i fenomeni di putrefazione se non si dovesse asportare un minimo di strato, ed altrettanto facile immaginare i bambini che scavano buche per giocare. Le pozzanghere che si sono formate asportando la posidonia presto verranno ricoperte con la sabbia depositata nella parte alta dell’arenile con la fase di spianatura prevista ed indispensabile affinchè il vento non la sparga oltre il muretto. Se in questi ultimi anni il fenomeno di spiaggiamento è molto più evidente rispetto al passato, a mio avviso, è dovuto proprio al deposito che si sta effettuando vicino al porto: le mareggiate invernali, oltre a strappare foglie dalle piante vive in fondo al mare , prendono parte di quelle stoccate al porto e le ridistribuiscono su tutto l’arenile ma anche sul fondo del mare, ogni anno sempre di più perché ogni anno si aggiunge la nuova “produzione” ed in più mettendo a rischio anche la prateria di piante vive in quanto quelle depositate e ridistribuite dalle mareggiate vanno a coprirle e soffocarle.

Cosa fare? individuare un'altra area di stoccaggio diversa da quella attuale, dove oltre allo stoccaggio si può effettuare l’operazione di separazione dalla sabbia che potrà in seguito essere ridistribuita sull’arenile. In questo modo la posidonia pulita può essere utilizzata in diversi modi, dal riuso alla trasformazione, all’imballaggio in blocchi da posizionare in inverno sulle rive senza che vengano disperse; in secondo luogo ripulire l’attuale area di stoccaggio e renderla fruibile; avviare studi sulle correnti marine nella rada di Alghero per individuare soluzioni al problema erosione. Le barriere frangiflutti esistenti, a loro tempo, potrebbero essere state posizionate in condizioni di correnti diverse da quelle attuali e magari non stanno facendo benissimo il loro lavoro; aspirare la sabbia depositata sul fondo del mare nell’area a ridosso del porto per ridistribuirla su tutto l’arenile.

*cittadino di Alghero
Commenti
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