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Porto Torres 24notiziealgheroOpinioniPoliticaOltre l'Acqua a km zero servirebbe un maestro in aula
Enrico Muttoni 25 maggio 2015
L'opinione di Enrico Muttoni
Oltre l'Acqua a km zero servirebbe un maestro in aula


Il consiglio Comunale ha votato, all’unanimità, che anche ad Alghero debba essere disponibile l’acqua potabile “a km 0. Mi piacerebbe, per una sera, essere il maestro di quella classe di 24 alunni (più il Sindaco) per assegnare il tema: Dite, con parole vostre, cosa significa l’espressione: acqua a km 0. Durante lo svolgimento dell’elaborato, inizierei la preparazione della lezione di aritmetica e geometria per l’indomani, dal titolo: Lo zero. Il quale è stato inventato nell’oriente mussulmano,e come molti di coloro che sono nati laggiù, è arrivato clandestinamente, accolto con diffidenza, non ha trovato un lavoro, ed è compreso da pochi.

In fisica e matematica lo zero significa e rappresenta l’origine di una linea (di solito retta), o l’insieme vuoto (cosa inesistente in pratica, perché nemmeno il “vuoto” interstellare è tale). La conseguenza filosofica è che lo zero non ha dimensioni: non esistono ed è senza senso dire: zero grammi, zero litri, zero rifiuti, tantomeno zero chilometri. Lo zero è, per sua natura, una convenzione adimensionale e immateriale. Da tempo utilizzata dai rivenditori di auto usate, categoria che non gode di una fama cristallina, questa espressione è stata mutuata dai sedicenti eco-ambientalisti, che ne hanno imposto il significato secondo il senso : l’acqua "a km 0" è buona perché viene da vicino, è buona perché è controllata, è buona perché quella che è in distribuzione ora è sporca, contaminato, anti-igienica e puzza di cloro. Forse.

Forse perché, ad esempio, il latte a km 0 che viene spacciato (è il caso di dirlo) dalla macchinetta appoggiata al muro del mercato civico, è la materializzazione di un cumulo di falsità: il latte, per arrivare lì, ha fatto sicuramente qualche chilometro in un contenitore diverso da una vacca, e non è igienico perché va, secondo le raccomandazioni, bollito prima della consumazione. Non solo, ma la sua conservazione è problematica, essendo la macchina distributrice esposta al sole per qualche ora al giorno e alla pubblica fede la notte, refrigerata, dotata di valvole e tubazioni che certamente vengono pulite e manutenzionate con frequenza molto minore del rinnovo del latte in distribuzione. Devo peraltro dire di non aver mai visto nessuno adoperare quell’aggeggio.

Tutto in nome di una genuinità garantita dalla brevità della filiera, e sulla fiducia riposta sui produttori. Questa genuinità, o nuovamente la garanzia di genuinità, la si vuol assegnare anche all’acqua. La salubrità della quale dipende essenzialmente dalla continuità del flusso in pressione e, in secondo ordine, dalla potabilizzazione. Pensare ad un sistema di distribuzione dell’acqua simile a quello del latte che ho appena descritto è fuorviante. Le amministrazioni pubbliche ad ogni livello si sono accorte, sarebbe meglio dire sono state sollecitate, a considerare l’acqua non come bene primario da tutelare, ma come gigantesca fonte di guadagno, grazie al semplice sotterfugio di differenziarla in qualità: acqua grezza, acqua potabile, acqua reflua, acqua da tavola, acqua minerale… ognuno di quegli aggettivi sottintende un valore economico differente, da far pagare all’utenza. Alla quale basterà dire che viene fatto perché l’acqua è poca (falso, in Sardegna), che è riutilizzabile regolarmente e obbligatoriamente, e che quella che sgorga dai rubinetti, pubblici o privati che siano be’, ragazzi, ma dovete bere proprio quella?

Questo tipo di disinformazione è strumentale al fatto che l’acqua, che costituisce un sistema naturale unico da gestire con attenzione, diventa oggetto di nefandezze come l’utilizzo dei reflui in agricoltura, il ricircolo degli stessi nei laghi imbriferi, e, ora arriverà, l’acqua a km 0. Desta sospetto il fatto che Abbanoa abbia tolto ( o celato molto bene) dal suo portale tutte le informazioni tecniche riguardanti laghi e bacini di raccolta. Quanta acqua c’è, lo devono sapere solo pochi e selezionati individui. Tornando alla politica spicciola, l’unanimità nelle votazioni dà adito sempre a qualche sospetto, che diventa certezza se i presenti costituiscono il plenum. E per questo che mi permetto di chiedere ai rappresentanti del popolo di esprimere una sia pur piccola critica a queste righe, ed esprimere la logica che li ha portati a quella votazione.

*Chimico e residente algherese
Commenti
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