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S.I. 26 maggio 2015
Beni demaniali, Busi: «No diktat coloni romani»
Anna Maria Busia critica dopo la visita del direttore generale del Demanio nazionale. Appello alle forze d’opposizione: «Stiamo uniti nelle vertenze con il Governo»


CAGLIARI - La consigliera regionale del Centro Democratico Sardegna, Anna Maria Busia, prende posizione sui beni demaniali, all’indomani delle dichiarazioni rilasciate dal direttore generale del Demanio nazionale, Roberto Reggi, durante la sua visita a Cagliari. «Abbiamo assistito all’ennesima calata di un colono romano nella nostra Isola, un burocrate di Stato sbarcato in Sardegna con false prebende per dire a noi sardi cosa dovremmo fare dei nostri beni demaniali», commenta la consigliera regionale e responsabile nazionale Giustizia del Centro Democratico.

«Per Cagliari il dottor Reggi propone la trasformazione dell’ex carcere di Buoncammino in un centro servizi dove accorpare tutti gli uffici della pubblica amministrazione. Un’ipotesi che lascia perlomeno perplessi, visto che nelle giornate del Fai’ex istituto penitenziario è stato preso d’assalto dai visitatori, dimostrando che la struttura può essere utilizzata per ben altre finalità che poco hanno a che fare con le indicazioni del direttore generale del Demanio nazionale», continua Busia.

«Prima di pensare come far risparmiare allo Stato dei quattrini, caricando costi e spese sulla Regione, il Governo nazionale dovrebbe pensare a saldare quanto prima il debito che ha nei confronti della Sardegna in seguito all’orami infinita “vertenza entrate”, e alle tante promesse mai mantenute nei confronti dei sardi sui temi dello sviluppo, dei trasporti, delle infrastrutture», attacca ancora la consigliera Cd. «Proprio davanti a una situazione così delicata, lancio un appello alle forze di opposizione che siedono nel Consiglio regionale, affinché, nell’affrontare queste vertenze Stato-Sardegna, ci si possa riunire senza divisioni politiche e sterili polemiche sotto l’unica bandiera dei Quattro Mori, perseguendo un solo scopo, l’interesse dei sardi».
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