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A.B. 7 ottobre 2015
Fondazione San Giovanni Battista: Regione verso documento unitario
Ieri, il Consiglio Regionale ha analizzato l´intricata situazione della Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe. Il presidente Ganau ha preso atto della volontà comune di predisporre un ordine del giorno unitario ed ha sospeso la seduta, riconvocando il Consiglio per oggi alle ore 10


SASSARI - Il presidente del Consiglio Regionale Ganau ha annunciato la discussione della mozione e delle interpellanze (n.112, 125 e 126) inerenti le problematiche e la gestione della fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe. Il primo firmatario della mozione, il vicecapogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ha ricordato sinteticamente le caratteristiche della struttura sociosanitaria di Ploaghe che offre servizi di sostegno alla persona e conta 165 dipendenti. Il forzista ha evidenziato che la Fondazione è in regime commissariale dal 2007 e che nell’arco di otto anni si sono succeduti cinque commissari che avrebbero dovuto risanare l’azienda e ridurre l’indebitamento. Tedde ha quindi ricordato lo stanziamento della Regione del 2012, pari a 25milioni di euro, con lo scopo di ripianare debiti e risanare la gestione. «E’ ora indispensabile – ha proseguito - trasformare la fondazione in “Azienda per servizi alla persona” tenendo conto del debole equilibrio finanziario, del costo del personale (incide per l’80percento sui costi complessivi) e della necessità di incrementare la produzione dei servizi e dunque i ricavi». Tedde ha poi spiegato che le perdite, quantificate in circa 100mila euro\mese, derivano anche dal ridotto utilizzo dei posti letto e dalla mancata introduzione di nuovi servizi. Inoltre, ha auspicato la riorganizzazione della Fondazione ed ha affermato che servirebbe renderla “il primo fornitore delle Asl sarde”. Il consigliere del centrodestra non ha quindi nascosto la preoccupazione per l’incremento del debito ed ha paventato un possibile rischio di insolvenza. «Chiediamo l’impegno della Giunta per chiudere la lunga riflessione sul futuro della fondazione - ha concluso Tedde - e ci auguriamo che si decida in tempi rapidi quale debba essere il futuro per la struttura di Ploaghe e i suoi lavoratori».

Gaetano Ledda (Misto–la Base), presentatore dell’interpellanza n.125, ha rivolto un saluto alla delegazione dei lavoratori della fondazione presenti nelle tribune riservate al pubblico ed ha sommariamente esposto i contenuti del documento a suo tempo presentato dal gruppo “Sardegna Vera”. Ledda ha ricordato il dettato della Legge23 del 2015 per quanto attiene la trasformazione della Fondazione in azienda per i servizi alla persona ed il vincolo del pareggio di bilancio. Ledda ha concluso con l’auspicio di una rapida soluzione del problema ed ha invitato la commissione Sanità a prendere in esame il progetto che era stato predisposto dall’ex commissario Foddai. Roberto Desini (Sovranità, democrazia e lavoro) presentatore dell’interpellanza n.126 del luglio 2014, ha evidenziato in apertura del suo intervento il lungo periodo di commissariamento della Fondazione di Ploaghe. «Se c’è il commissario dal 2007 – ha affermato - è evidente la situazione di precarietà che caratterizza la gestione e soprattutto il rapporto con i lavoratori». Infine, ha affermato che un tempo così lungo di commissariamento «fa comodo solo alla politica, a tutta la politica. Pretendiamo chiarezza e correttezza, perché con la precarietà si tengono al guinzaglio le persone e non possiamo più accettare una situazione incerta e poco chiara che continua a produrre debiti».

Rossella Pinna (Pd) ha ricordato la vicenda che nella scorsa legislatura ha portato alla cessazione dei servizi della “Fondazione Guspini per la vita” («un centro di riabilitazione che dava risposte dare risposte ai cittadini sardi che cercavano cure e speranza al di fuori della Sardegna»). «Nel 2012 – ha affermato - ero tra il pubblico quando in finanziaria il centrodestra propose il salvataggio della Fondazione di Ploaghe e stanziò 25milioni di euro». Pinna ha definito la decisione assunta allora “irresponsabile - perché, a suo giudizio - non si potevano mettere risorse pubbliche in un pozzo senza fondo”. La consigliere del Pd, pur riconoscendo la necessità di tutelare i posti di lavoro della Fondazione, ha sottolineato i ritardi accumulati nella precedente legislatura per un’efficace azione di ristrutturazione della struttura e della gestione. Rossella Pinna ha quindi proposto la commissione Sanità come sede idonea per compiere le opportune valutazioni sul caso. Il vicepresidente del Consiglio Antonello Peru (Fi) ha evidenziato la drammatica situazione in cui versa la fondazione d ha posto l’accento sul mancato pagamento delle ultime quattro mensilità ai 160 lavoratori. «Serve una soluzione chiara e coraggiosa – ha dichiarato – e la fondazione può crescere e svilupparsi se si superano i problemi logistico strutturali, lo scarso utilizzo di posti letto e si garantisce maggiore autonomia alla struttura di Ploaghe». Peru ha ricordato il favore che assessore, amministrazione comunale e sindacati hanno mostrato per la trasformazione della fondazione in “Asp” ed ha sottolineato che tale ipotesi non può concretizzarsi in un semplice cambio della ragione sociale ma deve tradursi in una profonda riorganizzazione che abbia al centro l’incremento della produzione dei servizi. A suo giudizio, la trasformazione in “Asp” è un obbiettivo di difficile realizzazione e richiederebbe l’impiego di ulteriori risorse quantificabili in circa 10milioni di euro. «E’ difficile ad esempio – ha insistito il forzista – garantire le commesse di tutte le Asl, i finanziamenti diretti della regione in luogo delle fatture ed un pareggio di bilancio a 14milioni di euro». Peru ha quindi concluso con l’invito all’assessore a rendere i noti i percorsi amministrativi e politici posti in essere per dare un futuro alla struttura di Ploaghe.

Gianni Ruggeri (Pd) si è detto “spaventato” dalla situazione creatasi alla Fondazione San Giovanni Battista e l’ha definita “paradigmatica” «per come si muovono le questioni intono alla sanità in Sardegna. Si produce la spesa – ha spiegato - si genera un servizio senza attenzione tra costi e ricavi e poi si propone alla mano pubblica il compito di riparare le storture insite nel meccanismo di produzione del servizio. Parliamo di cifre pazzesche – ha incalzato l’ex sindaco di Quartu - parliamo di 25milioni buttati in un pozzo senza fondo e se ne ipotizzano altri 7 o 8milioni per far quadrare i conti». Ruggeri ha proposto la discussione dell’annoso tema in Commissione Sanità ed ha così concluso: «Serve mettere la parola fine ai carrozzoni». E’ quindi intervenuto Giorgio Oppi (Area Popolare Sarda), che ha fornito alcuni dati sulla struttura sanitaria di Ploaghe. «Il personale incide per il 90percento sui costi di gestione della Sgb, i posti letto coperti sono il 70percento di quelli disponibili, il fatto che gli altri non vengano occupati spiega il deficit». Il consigliere ha poi ricordato i ritardi nel pagamento delle prestazioni da parte dell'Asl e le voci principali che incidono sul debito della Fondazione San Giovanni Battista: le sanzioni amministrative, gli interessi da pagare all’Inps ed un mutuo contratto 20 anni fa. Oppi ha poi ricordato che la struttura non è a norma e per questo non si sono potuti portare a termine alcune interventi. L’ex assessore alla Sanità ha poi invitato ad evitare scambi di accuse ed a pensare a una soluzione per i lavoratori.

Secondo Salvatore Demontis (Pd), la strada da seguire è quella indicata dall’assessore: la trasformazione da Istituto pubblico di assistenza e beneficenza in Azienda di servizi alla persona. «C’è da chiedersi perché non si è riusciti a farlo fino ad ora pur avendo stanziato 25milioni di euro – ha sottolineato – è un problema di governance, è evidente che tutti i commissari hanno fallito l’obiettivo». Demontis ha infine difeso l’operato dell’assessore Arru ed indicato la strada per il futuro: «prima di pensare a nuovi servizi, l’azienda va risanata». Anche Luigi Lotto (Pd) ha auspicato una soluzione definitiva: «E’ impensabile chiamare il Consiglio a ripianare i buchi a distanza di 5-6 anni – ha detto Lotto - il problema va risolto guardando all’interesse dei lavoratori ma cercando di individuare un percorso che dia alla struttura una prospettiva futura». Lotto ha poi invitato l’assessore Arru ad andare avanti nella strada individuata che prevede il ricorso a risorse nazionali per il rilancio della Sgb. Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) ha concordato sul fatto che vadano prioritariamente difesi i diritti dei lavoratori ma ha anche espresso qualche perplessità sulla situazione della struttura sanitaria del Nord Sardegna: «Ho l’impressione che si parli di un contenitore vuoto che non crea utili e non dà servizi ai cittadini».

Attilio Dedoni (Riformatori) ha sottolineato la necessità di avere a disposizione i bilanci degli ultimi anni per capire come sono stati utilizzati i soldi: «Si tratta di trovare soluzioni adeguate per tranquillizzare i lavoratori e fare in modo che le istituzioni regionali siano maggiormente coinvolte. In passato il Santa Maria Bambina di Oristano ha avuto problemi che la Regione non ha sanato, lo stesso è avvenuto per il “Santa Maria Assunta” di Guspini, che è stato costretto a chiudere o per il centro di Villamar, che non è mai decollato. Non si possono sanare tutte le situazioni, occorre pensare di inserire le strutture in una rete che faccia parte del servizio sanitario regionale». Annamaria Busia (Sovranità, Democrazia e Lavoro) ha puntato l’indice contro la precedente Giunta regionale, che aveva deciso di trasformare la Sgb in una residenza dei dismessi dagli Opg. «Il fatto che non sia stata realizzata la Rems non è stato un capriccio – ha detto – non poteva essere realizzata perché la struttura era fatiscente e il personale non adeguato. Il San Giovanni Battista non era idoneo eppure è stato individuato come potenziale Rems. Quel progetto è fallito». Busia ha poi ricordato il percorso individuato dal precedente commissario della Sgb Costantino Foddai. «Era una soluzione che imponeva scelte coraggiose – ha rimarcato Busia – metteva in evidenza una struttura superiore agli standard attuali con 32 unità in eccesso, un surplus di personale che causava un buco di un milione di euro in bilancio». Secondo Daniele Cocco (Sel), i 25milioni erogati nel 2010 alla Sgb di Ploaghe hanno impedito di trovare una soluzione definitiva. «Oggi c’è la necessità di dare una risposta ai 200 lavoratori – ha detto Cocco – la proposta fatta da Ganau è quella in questo momento più praticabile. Occorre trovare le risorse per pagare subito gli stipendi ai lavoratori, poi la Giunta cercherà di risolvere definitivamente il problema».

Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha espresso preoccupazione per le posizioni di alcuni esponenti del Pd che in aula hanno parlato di “carrozzoni” e di “scelte irresponsabili”. «La questione non può essere liquidata in questo modo – ha detto – la Sgb è una struttura unica in Sardegna, per questo ha la sua ragion d’essere. Noi riteniamo che quando si è deciso di dare 25milioni per la Fondazione è stata una scelta responsabile». Pittalis ha poi manifestato apprezzamento per la decisione del presidente del Consiglio di convocare una conferenza dei capigruppo ad hoc con gli amministratori locali ed i sindacati. «Siamo pronti a risolvere subito la questione anche con un provvedimento urgente, preoccupiamoci di mettere a disposizione le risorse da qui a un paio di mesi per i lavoratori. Se si è sbagliato prima non possiamo continuare a sbagliare – ha concluso – si pensi a un programma serio ma intanto si dia la certezza degli stipendi arretrati ai dipendenti». Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha invitato i colleghi alla calma. «Le posizioni assunte in conferenza dei capigruppo non sono cambiate –ha detto - nessuno vuole speculare sulla vicenda, non ci sono buoni e cattivi, nel 2010 ho presentato una mozione per la trasformazione della Sgb da Ipab a Asp. Io ero firmatario del documento, non ricordo che Pittalis abbia sostenuto un’idea di questo tipo». Sui 25milioni erogati alla Sgb, ha ricordato la convergenza di tutte le forze politiche. «Credo però che i lavoratori abbiano bisogno adesso di certezze e prospettive – ha concluso Cocco – si pensi a pagare gli arretrati e si dia alla Giunta e al Consiglio il tempo di ragionare sulle questioni che riguardano la struttura di Ploaghe».

Intervenendo a nome della Giunta, l’assessore della Sanità Luigi Arru ha voluto rassicurare in primo luogo i lavoratori sull’impegno per una soluzione positiva della situazione del San Giovanni Battista che, ha precisato, «deve rientrare nella riorganizzazione della rete sanitaria regionale, mentre la soluzione di ospitare in quel sito pazienti ex Opg non era percorribile». I margini ci sono, ha proseguito, «anche perché nella stessa Asl di Sassari ci sono cinquanta persone nelle barelle che hanno superato la fase acuta e devono poter essere collocate altrove per poter seguire un percorso di riabilitazione presso le strutture pubbliche; non solo quindi c’è la massima attenzione dell’Assessorato, ma c’è anche l’impegno a verificare tutte le ipotesi possibili per accedere, in tempi brevi, a 16milioni di fondi nazionali, a partire dalla trasformazione del San Giovanni in Asp, senza riduzioni di personale ma anzi potenziando le risorse umane e restando all’interno degli standard previsti dalla legge». Nessuno vuole chiudere il San Giovanni Battista, ha ribadito l’assessore, «ma inquadrare quella struttura in una visione complessiva mentre, nell’immediato, occorre che i Comuni sistemino le loro esposizioni nei confronti del San Giovanni come ha fatto la Regione accelerando le procedure per il pagamento delle prestazioni». Ribadisco inoltre, ha concluso l’assessore, «l’impegno per la soluzione del problema degli arretrati maturati dai lavoratori lavorando, nello stesso tempo, per una assetto stabile della struttura in un quadro di razionalizzazione della nostra rete sanitaria che rappresenti un beneficio concreto anche per alcune tipologie di pazienti come gli autistici ed i malati di Alzheimer e le loro famiglie; stiamo lavorando a questo obiettivo per il quale abbiamo necessità di un certo periodo di tempo per definire compiutamente il percorso giuridico della trasformazione dell’ex Ipab in Azienda di servizi alla persona».

Marco Tedde (Forza Italia) ha chiesto una breve sospensione della seduta in modo da concordare le modalità di prosecuzione dei lavori ed il presidente Ganau ha accolto la richiesta. Alla ripresa dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha affermato che «la vertenza in discussione non può vedere la politica divisa e per questo abbiamo cercato di fare un discorso di sintesi, senza nascondere le criticità esistenti e quelle in prospettiva; ragioni che portano il Consiglio ad esaminare, già nella prossima riunione, un provvedimento per mettere in sicurezza le retribuzioni dei lavoratori e dare alla Giunta il tempo necessario, due-tre mesi, per individuare una soluzione strutturale». Il capogruppo del Pd Cocco ha ribadito che «è necessario mettere in sicurezza gli stipendi dei lavoratori con l’impegno, nei prossimi mesi, di valutare la situazione con attenzione la situazione del San Giovanni Battista e di altre strutture presenti in Sardegna». Il presidente Ganau ha preso atto della volontà comune di predisporre un ordine del giorno unitario ed ha sospeso la seduta, riconvocando il Consiglio per oggi alle ore 10.


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