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Mariangela Pala 23 novembre 2015
Migranti: «Restiamo a Porto Torres per mettere radici»
Sedici ragazzi migranti ospitati nella struttura di Li Lioni e seguiti dal gruppo di accoglienza Welcome Refugees, venerdì scorso, sono stati accolti dagli studenti presso l’aula magna dell’Istituto Nautico Paglietti


PORTO TORRES - Guerre, sopravvivenza e speranza sono le ragioni che spingono oltre 60 milioni di persone nel mondo a fuggire dai paesi di origine. Un fenomeno drammatico unito alla difficoltà di accoglienza nei paesi ospitanti e di integrazione di questa massa di persone che sempre più numerose decidono di restare: nel 2014 solo lo 0,21% ha fatto ritorno a casa.

Sedici ragazzi migranti ospitati nella struttura di Li Lioni e seguiti dal gruppo di accoglienza Welcome Refugees, venerdì scorso, sono stati accolti dagli studenti presso l’aula magna dell’Istituto Nautico Paglietti: donne e uomini di età compresa tra i venti ei venticinque anni provenienti dalla Nigeria, Ghana e Mali. L’incontro organizzato dal rappresentante d’Istituto Emanuele Occulto si è svolto con tante domande sul perché della loro fuga e del loro viaggio di speranza, della capacità di integrazione e delle aspettative future.

Un pensiero anche agli attacchi terroristici di Parigi «quello che è successo in Francia è terribile, però non possiamo fare a meno di ricordare che queste cose da noi sono già successe e continuano ancora a succedere. Cose già viste e che più di altri siamo in grado di capire, ed è per questo che siamo scappati dal nostro paese». Alcuni migranti rispondono così ad una delle domande rivolte loro dagli studenti, esprimendo gratitudine verso chi li ha accolti dopo aver scelto volontariamente di scappare dal proprio Paese d’origine per cercare un lavoro e migliori condizioni di vita.

«Qui abbiamo trovato un contesto particolarmente accogliente, pertanto il mio desiderio è poter rimanere in Sardegna, proprio a Porto Torres, per riuscire a mettere su famiglia e trovare un lavoro», aggiungono gran parte di loro, soddisfatti del trattamento ricevuto dal Centro di accoglienza seguito dalla mediatrice e interprete Alessandra Peloso. L’unico ostacolo all’integrazione è la lingua: non parlano l’italiano e la gente locale non parla l’inglese. Un limite che stanno tentando di superare seguendo due lezioni di italiano la settimana e svolgendo attività sportive che favoriscono la comunicazione con la città.

Le risorse destinate alle politiche finalizzate all’accoglienza e all’inclusione sociale dei cittadini stranieri comprendono, infatti, le iniziative finalizzate a favorirne l’inserimento abitativo, scolastico, economico e sociale. Ai migranti viene garantita l’assistenza sanitaria, e per convenzione gli viene consegnata una scheda telefonica con cellulare e ricarica mensile. Ogni giorno dispongono di 2,50 euro per le spese giornaliere escluso il cibo.

Secondo gli accordi di finanziamento per l’accoglienza agli immigrati, i gestori dei centri, d’accordo con i Comuni, stabiliscono che i 35 euro della diaria devono coprire: l’acquisto e la distribuzione dei pasti, i servizi, il contante per i migranti, la manutenzione degli impianti e, in alcuni casi, le spese per l’integrazione. Condizioni civili rispetto ad un regime di persecuzione e conflitti, come quello di Boko Haram (gruppo terrorista integralista) in Nigeria da cui, i giovani migranti, sono dovuti fuggire, essendo per la maggior parte cristiani. Un viaggio della speranza, lontano dai luoghi dove hanno visto uccidere i loro parenti, spinti dalla necessità di sopravvivere.
26/3/2024
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