S.A.
24 novembre 2015
Più rischio povertà in Sardegna
E´la regione italiana in cui il rischio povertà o esclusione sociale è aumentato di più: nel corso del 2014 rispetto al 2013 una crescita di 5,5 punti percentuali. Era pari a 32,2% nel 2013, è salito al 37,7% nel 2014
ORISTANO - La Sardegna è la regione italiana in cui il rischio povertà o esclusione sociale è aumentato di più: nel corso del 2014 rispetto al 2013 una crescita di 5,5 punti percentuali. Era pari a 32,2% nel 2013, è salito al 37,7% nel 2014.
«Nonostante le buone intenzioni e i facili ottimismi della Giunta regionale - commenta il segretario Oriana Putzolu - la realtà è molto più grave e può essere risolta solamente rilanciando l'occupazione e riportando nei posti di lavoro le migliaia di operai e impiegati esclusi dai processi produttivi, temporaneamente parcheggiati nel sistema degli ammortizzatori sociali e collocati nell'anticamera della disoccupazione e creando opportunità lavorative per i giovani».
«Che sia l'assenza di occupazione la causa principale del cresciuto rischio di povertà o esclusione sociale è dimostrato dal fatto - argomenta la numero uno della Cisl in Sardegna - che la bassa intensità lavorativa ha raggiunto quota 19,4% ben 7 punti distante dal valore medio nazionale. La Regione non può continuare ad affrontare in perfetta solitudine l'emergenza lavoro, che deve vedere invece coinvolti Giunta, impresa e sindacati, rilanciando praticamente l'accordo triangolare tra questi tre soggetti sociali e istituzionali».
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