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Mariangela Pala 24 novembre 2015
Porto Torres, Piano rischio industriale: appello al volontariato
Con la definizione del terzo modulo concernente le procedure operative per il rischio industriale, il Comune di Porto Torres si avvia a completare il Piano comunale di Protezione civile, che manca solo del Piano di rischio imprevedibile e della ricerca delle persone scomparse


PORTO TORRES - Con la definizione del terzo modulo concernente le procedure operative per il rischio industriale, il Comune di Porto Torres si avvia a completare il Piano comunale di Protezione civile, che manca solo del Piano di rischio imprevedibile e della ricerca delle persone scomparse. «Il Piano per la gestione del rischio industriale struttura l’operatività del Comune in supporto al Prefetto, nell’attivazione del Piano di Emergenza Esterna (Pee) dell’area di sviluppo industriale, che gestisce eventi rilevanti, attribuendo un ruolo preciso all’Ente comunale e al Sindaco da svolgere in sussidio con le altre istituzioni e strutture competenti», ha spiegato l’architetto incaricato Piero Capello della Em Solutions (Azienda sarda di servizi per la Protezione civile) che, questa mattina nella riunione della commissione competente.

Alla presenza dei commissari e del Comanandante della Polizia locale, Catia Onida, l'architetto ha illustrato le procedure da attivare in caso di emergenza e gli scenari di rischio, con i quali si descrive sinteticamente la dinamica degli eventi attesi, la perimetrazione delle aree che potrebbero essere interessate dagli eventi e la valutazione del probabile danno a persone e/o cose che si avrebbero al verificarsi dell’evento; nel caso specifico sono costituiti da quelli contenuti nel Pee redatto dalla Prefettura. Nella zona industriale di Porto Torres, nonostante diverse aziende abbiano cessato la propria attività, la presenza di depositi e discariche impongono di mantenere alto il livello di attenzione con un rischio di incidente rilevante.

Il Piano industriale tiene conto anche di criticità minori, relative a incidenti che comunque possono essere causati da lavorazioni meno pericolose. In fase di emergenza, il sindaco rappresenta la massima autorità locale di protezione civile con funzioni di coordinamento dei primi interventi di soccorso a favore della popolazione locale. Il primo cittadino dovrà convocare il Centro operativo comunale, da lui stesso presieduto, per mettere in campo tutte le azioni specifiche di coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, oltre ad attivare la Polizia locale che collabora con le forze dell’ordine nelle operazioni di evacuazione, vigilanza ed ordine pubblico.

Il Piano verrà presentato nuovamente in commissione per un ulteriore aggiornamento, prima di essere approvato dal Consiglio comunale. Una volta redatto il Piano sarà trasmesso in Regione. «Con la elaborazione del quarto modulo relativa al rischio imprevedibile e della ricerca delle persone scomparse, pensiamo di definire il Piano di Protezione civile entro la fine dell’anno, - ha detto il Comandante Catia Onida - resta di fondamentale importanza l’apporto fornito dalle associazioni di volontariato che rappresentano la colonna portante del nucleo di protezione civile».

Sulle azioni di volontariato, l’architetto Capello ha aggiunto, «ci stiamo lavorando, abbiamo già avuto l’appoggio di quattro associazioni di volontariato che operano nel territorio (Agesci, Cngei, Avis e Cisom) ma abbiamo necessità di una operatività piena di sostegno all’azione del Comune, come l’individuazione di un’associazione o la definizione del gruppo comunale che garantisca all’Ente il giusto supporto nelle emergenze». Fondamentale è la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali per poter garantire il massimo supporto al territorio e in estrema sintesi al Comune. Proprio per tali motivi il sistema è basato sul principio di sussidiarietà tra gli Enti. Per assicurare la rapida valutazione della situazione, da cui dipende l’attivazione a catena del sistema di protezione civile, è necessario che tra i vari livelli, a partire da quello comunale, sia garantito il costante flusso di informazioni, curando, soprattutto la comunicazione con la popolazione.


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