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A.B. 25 novembre 2015
Università: un ponte tra Cagliari ed il Bumbire
Malnutrizione e denutrizione in un progetto dell’Ateneo cagliaritano. Una ricerca del Dipartimento di Xcienze della vita e dell’ambiente ha interessato 2mila bambini di Bumbire, un’isola sul Lago Vittoria, in Tanzania. La ricerca scientifica si accompagna alla cooperazione internazionale ed alla solidarietà


CAGLIARI - In Sardegna, il 27percento della popolazione è in sovrappeso, il 10percento è obeso. Numeri leggermente migliori rispetto ai dati nazionali, forniti sabato mattina dall'antropologa dell’Università di Cagliari Elisabetta Marini durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale Nessun uomo è un’isola, promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. La docente ha descritto le dimensioni della malnutrizione, l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti, ed indicato nei rimedi della corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva, i rimedi possibili e facilmente attuabili da chiunque.

Non così per la piaga della denutrizione che affligge tanti Paesi africani, come l’Uganda e la Tanzania dove si è svolto il progetto portato avanti con determinazione dal gruppo di ricerca di Marini. Per due anni, i ricercatori dell’Ateneo hanno monitorato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire (un’isola tanzanese nel Lago Vittoria), accertandone la denutrizione, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione. «Da un lato, si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini – ha spiegato Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto – dall’altro, sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione». Al progetto hanno partecipato (con un tirocinio formativo)anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali.

«E’ stata una grande occasione di crescita accademica e personale – hanno sottolineato Sonia Floris e Gianluca Caboni – Abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia». Il progetto ha di fatto costruito un importante ponte intercontinentale tra l'Università di Cagliari, Il Comune di Lunamatrona (partner del progetto), l'Uganda e la Tanzania, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Bhalobasa, una onlus nata in India nel 1991, che opera in vari Paesi del mondo, come hanno spiegato Simone Del Cesta e Giovanni Carmignani: «Lavorare con realtà come l’Università di Cagliari – ha spiegato quest’ultimo – consente di evitare centralismo e assistenzialismo nei progetti, e incentiva la cooperazione decentrata basata sul protagonismo locale».

«E’ un esempio riuscito di collaborazione tra Università, territorio e scuola – ha aggiunto Elena Mereu, altra dottoranda di ricerca - avendo coinvolto anche gli scolari di Lunamatrona e gli anziani ospiti dell’Istituto Cottolengo presenti nel paese sardo, che hanno confezionato delle piccole borse per i bambini africani». «All’orizzonte – ha concluso la professoressa Marini – un accordo internazionale con l’ateneo ugandese Nkumba Ntebe University, che consentirà presto scambi di studenti attraverso il programma di mobilità Globus». Alla presentazione del progetto, nella Sala Congressi della Cittadella di Monserrato, hanno partecipato con i loro insegnanti gli studenti dell’Istituto comprensivo Satta-Spano-De Amicis di Cagliari e quelli di Atzara, Sorgono, Tonara e Ovodda.
27/3/2024
20 laureati e decine di studenti detenuti hanno frequentato i corsi universitari durante questi dieci anni. Negli Istituti Penitenziari in cui opera, l´Università di Sassari impegna in percorsi universitari in media il triplo dei detenuti rispetto alla media nazionale (5-6% rispetto al 2%), con punte di eccellenza nelle due Case di Reclusione di Tempio Pausania (15-17%) e Alghero (8-10%)


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