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Mariangela Pala 27 novembre 2015 video
«Chimica verde senza futuro»: Sos dei sindacati a Regione e Governo
Manifestazione e assemblea pubblica dei lavoratori chimici a Porto Torres. Appello dei sindacati alla Regione e al Governo nazionale perchè si intervenga al fine di garantire gli investimenti sulla chimica verde


PORTO TORRES - "Eni matrigna. Tradisce i patti con il territorio e nega gli investimenti produttivi”, è la scritta che appare su uno degli striscioni esposti dai lavoratori chimici durante la manifestazione sindacale che si è tenuta questa mattina a Porto Torres. Obiettivo è scongiurare la fine della chimica verde, un progetto dalle mille aspettative, nato solo quattro anni fa e che ora rischia di essere abbandonato. «Se Versalis sarà ceduta ad un fondo di investimento estero, il progetto di Matrìca è destinato a morire», la richiesta di aiuto è lanciata dai lavoratori del Polo industriale chimico di Porto Torres e dai loro rappresentanti sindacali nel corso di un'assemblea pubblica ospitata nella sala congressi Filippo Canu.

L'incontro al quale hanno partecipato anche numerosi rappresentanti politici e istituzionali del territorio e i principali attori economici, sociali e culturali del Nord Ovest Sardegna, completa le iniziative di protesta promosse per oggi dai sindacati del comparto. La mattinata è iniziata con un lungo corteo di centinaia di persone fra lavoratori, famiglie, organizzazioni sindacali e cittadini, che sono partiti dai cancelli della portineria centrale dello stabilimento e hanno raggiunto in massa la sede dell'assemblea indetta dai sindacati.

Secondo i lavoratori e i loro rappresentanti gli accordi sottoscritti nel maggio del 2011 dalla proprietà degli impianti di nuovissima generazione, tra cui Versalis-Eni, realizzati per avviare un ampio e importante processo di riconversione dell'intero Polo petrolchimico, rischiano di diventare scritte sulla sabbia. Sebbene si tratti di impegni assunti nei confronti delle più alte cariche istituzionali e politiche nazionali, a iniziare dal presidente del Consiglio dei ministri, i protocolli d'intesa e gli allegati memorandum dedicati specificamente ai temi della produttività e dell'occupazione sono lettera morta.

Ma per gli operai c’è una responsabilità della politica regionale, accusata per «un atteggiamento ritenuto troppo passivo nei confronti di Eni e di scelte che mettono a repentaglio il futuro dell'industria a Porto Torres e di conseguenza il destino economico e sociale di un territorio messo già a dura prova dalla crisi», come è stato ripetuto anche oggi nel corteo, tra slogan, appelli e proteste, e dell'iniziativa promossa da Cgil, Cisl e Uil.«La scelta dell'Eni di cedere Versalis a un fondo di investimento rende ancora più precaria la possibilità che lo stabilimento di Porto Torres possa ripartire grazie alla riconversione industriale concordata nel 2011 e stabilita con uno specifico Protocollo per la chimica verde», denunciano Massimiliano Muretti, Luca Velluto e Giovanni Tavera, segretari rispettivamente di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.

Secondo loro «le dichiarazioni dell'amministratore delegato Claudio Descalzi confermano l'intenzione di Eni di modificare i propri asset e cedere quote di maggioranza di aziende come Versalis e Saipem».



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